venerdì 29 luglio 2011

La frase del giorno: Judith Merkle Ridley

Un gatto migliora il muro del giardino quando il sole risplende
ed il cuore quando il tempo è cattivo.  Judith Merkle Ridley


Una bella micia di Riva del Garda, fotografata
dai miei genitori nella loro ultima vacanza.

A proposito di tempo cattivo, la frase del giorno di oggi è perfetta per l'insolita stagione che sta "rinfrescando" questa fine di luglio... ma dato che agosto è dietro l'angolo, e con lui le vacanze e il grande esodo degli italiani, vi ricordo che è importante essere uniti contro gli abbandoni di cani e gatti. Abbandonare un animale domestico è un reato penale: "Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda da 1.000 a 10.000 euro" (Legge 20 luglio 2004, n.189).
Per aiutare i volontari a soccorrere i cani che verranno abbandonati in autostrada, è attivo un importante e utile servizio: "Io l'ho visto", progetto promosso da Prontofido in collaborazione con Radio 105, Radio Monte Carlo, Virgin Radio, la webradio Radio Bau & Co e A.I.D.A.A. (Associazione Italiana per la Difesa di Animali e Ambiente).



Dal 23 luglio al 4 settembre 2011 se, mentre siete in viaggio su un'autostrada italiana, avvistate un cane disorientato e impaurito, mandate al più presto uno sms al  334.1051030 dando informazioni complete e specifiche il più possibile: SPECIFICATE LOCALITA', ORA DI AVVISTAMENTO , RAZZA DEL CANE E DIREZIONE DI MARCIA. Maggiori sono i dettagli, maggiori saranno le possibilità di successo per il recupero del povero cane da parte dei volontari di "Io l'ho visto", prontamente appostati nelle vicinanze delle autostrade.
Infine, ultimo appello a chi ha un blog: diffondete il numero di telefono e questa iniziativa, può davvero aiutare a salvare tanti cani. Questi i dati relativi allo scorso 2010: "Dal 23 luglio al 31 agosto 2010 sono stati 613 i cani salvati mentre vagavano sulle autostrade, oltre 900 i volontari che si sono alternati per 5 settimane sulle autostrade italiane, 167 i cani restituiti ai legittimi proprietari grazie al microchip. Le pratiche di soccorso avviate sono state 1127 e 211 le persone denunciate per abbandono di animali".
Visitando il sito internet di "Io l'ho visto" potete anche prelevare il banner per pubblicizzare l'idea. Memorizzate il numero di telefono sul vostro cellulare e spargete la voce!!

***

Mi hanno segnalato un prezioso "riassunto" dei numeri utili contro gli abbandoni estivi. Buona idea è stamparli e tenerli pronti in macchina nel cruscotto in caso di avvistamento:

Abbandoni su autostrade: 3341051030
Abbandoni su strade statali/città: 3478883546
Denunce di maltrattamenti (Aidaa) e pronto soccorso: 0222228518

Denunce di maltrattamenti (Aidaa) e pronto soccorso2: 39265552051

Carabinieri (per abbandoni): 800253608
Carabinieri (per abbandoni)2: 800088211
Denuncia abbandono (se beccate la "persona" mentre abbandona l'animale): 064461325

sabato 23 luglio 2011

Sissy è volata sul Ponte...

Mi dispiace, so che le parole che sto per scrivere metteranno tristezza a molti di voi. Mi scuso, ma trovo sia giusto darvene notizia, specie perchè è stato grande il vostro interessamento per Sissy. Resta un'unica, inutile consolazione: Sissy non ha sofferto, non se n'è andata da sola, nascosta chissà dove in strada. Sissy se n'è andata finalmente amata e ha vissuto gli ultimi due mesi curata e coccolata.


Sissy è volata sul Ponte dell’Arcobaleno. Sissy che non ha avuto mai un’esistenza facile, che dopo aver vissuto le gioie della vita in famiglia è stata scaricata in strada, costretta poi a viverci per troppo tempo. Troppo a lungo è stata senza un tetto, troppo a lungo ha elemosinato il cibo dalle persone che la incontravano… ma nessuno l’ha raccolta, accudita, accolta a casa propria. E così Sissy è stata una gatta di strada per lunghi anni… finchè la micina non ha iniziato a dare evidenti segni di cattiva salute: non mangiava più, dimagriva con il passare dei giorni.
Quando Sissy ci è stata affidata, purtroppo, era già troppo tardi. Dopo che l’abbiamo curata per una piaga che non guariva, abbiamo capito che era necessario andare più a fondo con le visite e gli esami. Quando, grazie alle generose offerte che ci avete devoluto, è stato possibile ricoverarla in clinica per una visita specialistica, ecco che è emersa l’amara verità: la gattina aveva un tumore tra laringe e faringe e non era più operabile. Questa brutta notizia ha addolorato moltissimo noi volontari e anche tutti voi che ci avete sostenuto con il vostro interessamento e le vostre offerte…
Consci di non poter fare altro, noi di “A Coda Alta” abbiamo dato a Sissy tutto ciò che ci era possibile darle, fino alla fine: una casa, cure, affetto, cibo, calore umano e palliativi per alleviare le sue sofferenze. La micina è stata accudita davvero con profondo amore dalle volontarie e speriamo che, in mezzo a tanto dolore, almeno Sissy si sia sentita di nuovo amata, seppure al termine di un’esistenza ingiustamente difficile.
Sissy è stata seguita con tutto l’amore possibile fino a quando non è stato chiaro, alle volontarie che la accudivano e al veterinario, che purtroppo soffriva troppo. La micina allora è stata addormentata e oggi a noi non resta che ricordarla con tutto l’affetto che avrebbe dovuto ricevere non solo negli ultimi mesi, ma durante tutto il corso della sua vita.

GRAZIE DI CUORE A TUTTI COLORO CHE HANNO FATTO UN’OFFERTA PER SISSI : AVETE FATTO LA DIFFERENZA PER QUESTA MICINA, SOLO GRAZIE A VOI SIAMO RIUSCITI A PRENDERCENE CURA NEL MIGLIORE DEI MODI.

CIAO SISSY, ORA SEI LIBERA DA OGNI SOFFERENZA, DALL’INDIFFERENZA UMANA, DALL’IGNORANZA DI CHI TI HA SEMPRE LASCIATA AL TUO DESTINO, COME SE UN GATTO NON AVESSE BISOGNO DEL RISPETTO, DELLE CURE E DELL’AFFETTO CHE NECESSITA QUALSIASI ALTRO ESSERE VIVENTE, UOMO COMPRESO.

***

Che la triste storia di questa gatta possa dare l'esempio a chi, in futuro, dovesse incontrare un gatto chiaramente abbandonato in strada: se non vi è possibile occuparvene direttamente e accoglierlo in casa vostra, contattate il prima possibile un'associazione animalista di volontariato e segnalate il caso. A volte questo basta per salvare la vita del micio.

martedì 19 luglio 2011

Una stagione: l'estate (2011-2)

Anche se l'idea di Kosenrufumama prevede che i post "stagionali" vengano pubblicati il giovedì, io pubblico oggi questo scorcio di estate... nell'orto, dove la stagione dà il meglio di sè.

Ciocca vi dà il benvenuto nell'orto
Il momento migliore per lavorare nell'orto è la mattina presto o la sera dopo cena, quando il caldo è meno soffocante e magari c'è un pò di vento... che scuote le piante e innumerevoli fiori.

Fiore di radicchio, andato in seme


Fiore di melanzana

Fiore di zucca
Il nostro (mio e di mia mamma) orto è piccolino, ci sono poche varietà di verdura... insalata e radicchio (ormai a fine ciclo), pomodori cuore di bue, melanzane violette, zucchine, qualche pianta di zucca (per la quale però c'è poco posto).

Pomodori ancora verdi

Una bella melanzana

Zucchine
Se ben curata, ogni pianta è molto produttiva... ma la pianta di zucchina in particolare non si può perdere d'occhio: le zucchine vanno raccolte al momento giusto...

Ancora zucchine
... perchè se si lascia troppo sulla pianta una zucchina, questa cresce a dismisura, purtroppo perdendo sapore, gusto e diventando grande e acquosa, buona solo per zuppe di verdura. Se non ci si dedica a tempo pieno all'orto, è facile che qualche zucchina "sfugga" alla vista, magari nascosta sotto le grandi foglie, confondendosi nel verde... ed ecco il risultato:

Maxi zucchina
L'orto non è solo un "passatempo verde", che rilassa e distende la mente rispetto ai ritmi frenetici che la vita di tutti i giorni ci impone... l'orto è anche, per chi può permetterselo, un diverso modo di mangiare e di cucinare, perchè c'è un gusto particolare nel raccogliere la verdura direttamente nel proprio giardino. Non si tratta solo del gusto che c'è nel mangiare qualcosa che si è coltivato con le proprie mani, si tratta anche della gratitudine che si prova per la terra, che ci elargisce a poco prezzo alimenti ottimi.
Andare al supermercato e comprare zucchine e pomodori è diverso: annulla totalmente ogni rapporto tra noi e la terra, tra noi e la natura.


Prodotti del nostro orto
D'estate l'orto offre fin troppe verdure: poche piante per ciascun ortaggio superano comunque, all'apice della produzione, il nostro fabbisogno familiare. Ecco quindi che pomodori, melanzane e zucchine si trasformano in sugo per la pasta, da congelare per l'inverno.

Riserva di verdura per l'inverno

Se questo post vi è piaciuto, vi consiglio un libro: L'orto di un perdigiorno, di Pia Pera. Una citazione dalla copertina: "Quando si hanno ad attenderci fuori casa un orto o un giardino, non si vorrebbe far altro. È la pace. Un senso di pienezza. È quella beatitudine che fa assaporare il vento, le nuvole nel cielo, il pendio di una collina, uno scroscio di pioggia. In questo libro Pia Pera ci trasmette il senso di questa felicità descrivendo il suo apprendistato nei campi, la sua nuova vita in un podere della campagna toscana dove ha cercato di riannodare il legame spezzato con la terra. E ci suggerisce anche che invertire il senso di marcia di un’economia che sta distruggendo il nostro pianeta è possibile. Come pure coltivare parte del cibo che mangiamo, non sprecare troppo, inquinare un po’ meno".


La copertina del libro

Infine, vi invito a visitare Orti di Pace, il progetto di Pia Pera che si propone di creare una rete in Italia tra tutti gli appassionati: "Le cose da fare sono tante: orti e giardini didattici nelle scuole, orti terapeutici dove coltivare la pace interiore, orti per chiunque, pur non possedendo terra, desideri coltivare fiori e ortaggi in uno spazio pubblico" (fonte qui).

giovedì 14 luglio 2011

Bambini e animali: una bella testimonianza

Una bella testimonianza dal web su gravidanza, gatti e bambini... per sfatare falsi miti e per capire l'importanza di una buona convivenza tra bambini e animali.

La fonte della foto è QUI:
dove potrete trovare un altro interessante articolo sul tema
"Ai giorni nostri si sentono spesso ancora delle chiacchiere legate ai gatti ed i neonati. Mentre ero in attesa di mio figlio diverse persone mi consigliarono di sbarazzarmi dei miei gatti dicendomi che portano malattie e che avrebbero persino potuto ferire o uccidere il bambino.
Ho sempre amato gli animali in modo smisurato e mai nella vita mi sarei sognata di dare via i miei gatti, da anni parte integrante della mia famiglia, solo per delle sciocche credenze popolari.
E’ incredibile quanta disinformazione vi sia nei confronti dei gatti ed in modo particolare sul loro comportamento con i bambini, le donne incinte e la loro interazione con i neonati.
Ho naturalmente osservato delle piccole precauzioni durante la gravidanza. Per esempio ho affidato la cura e la pulizia delle lettiere a mio marito visto che non avevo mai sviluppato anticorpi contro la toxoplasmosi. Ho anche abituato i miei gatti ad una maggiore e più regolare spuntata delle unghie per evitare al minimo il pericolo di graffi accidentali.
Alcuni amici, che prima di me avevano affrontato questa meravigliosa esperienza con dei gatti come membri effettivi della famiglia, mi consigliarono di abituare fin dall’inizio i miei gatti al suono del pianto di un bambino. Come? E’ stato in realtà molto semplice, mi sono fatta registrare un nastro da amici con il pianto dei loro neonati. Durante il corso della giornata ascoltavo il nastro e, con me, lo sentivano anche i miei gatti.
I miei mici sono tutti vaccinati e vengono tutti portati regolarmente dal veterinario per dei controlli periodici sul loro stato di salute, vivono in casa a stretto contatto con noi tutti i giorni e sono tenuti sempre ben puliti ed in salute, sereni e con il minimo stress possibile.
Fin da subito abbiamo dato ai gatti libero accesso alla cameretta del bimbo, evitando unicamente la culla su cui tenevamo una zanzariera. I mici sono sempre stati liberi di esplorare la stanza e la sua nuova sistemazione, abituandosi gradatamente ai cambiamenti che via via vi apportavamo.
Non ho mai allontanato i gatti dal pancione ed anzi, erano loro a cercare maggiormente la mia compagnia, adesso. Con una dolcezza infinita hanno passato moltissime ore accanto a me quando sono stata costretta per un periodo a letto. Partecipavano alla mia gioia dormendo spesso con il musino appoggiato alla pancia per poi protendersi per ricevere le mie carezze facendo le fusa come dei piccoli trattori. Non posso dire con sicurezza che capissero, ma credo ugualmente che fosse così.
Erano diventati la mia ombra quando andavo in bagno o in cucina, mi seguivano ad ogni passo e non mi perdevano mai d’occhio. Sono stati una grande consolazione nelle mie ore confinata a letto ed hanno portato gioia e sollievo distraendomi dalle mille ansie e preoccupazioni.
Quando finalmente Matteo ha deciso che era giunta l’ora di farsi conoscere da mamma e papà, siamo volati in ospedale. Appena m’è stato possibile ho consegnato a mio marito una copertina in cui era stato avvolto Matteo e lui l’ha portata a casa per abituare i gatti al nuovo odore del nostro piccolo arrivato.
La curiosità è stata molta da parte dei micioni, mio marito m’ha raccontato che per ore hanno annusato le copertine che gli davo da portare a casa e che, ad un certo punto, dovevano aver deciso che quel nuovo odore non doveva essere poi così male perché hanno preso a dormire vicino alla coperta.
Abbiamo inoltre deciso di utilizzare un diffusore di feromoni facciali felini, strategicamente sistemato in salotto, ovvero la stanza in cui i nostri gatti trascorrono la maggior parte del loro tempo.
Qualche giorno prima dell’arrivo a casa di Matteo e mio, abbiamo pensato che i feromoni potessero essere utili e così, anche dietro il consiglio del nostro veterinario, abbiamo usato questa ulteriore precauzione.
Abbiamo cercato di non escludere dalla nostra nuova vita gli adorati gattoni cercando di rispettare il più possibile gli orari che avevano prima della nascita di Matteo e di ritagliare un po’ di tempo per farli giocare e per coccolarli, esattamente come facevamo prima.
Ovviamente con un bebè è tutto un pochino più complicato. Capita di essere più stanchi o irritabili di prima, si dorme poco, si ha poco tempo per se stessi, per le amicizie, per prendersi un po’ cura della casa e le occasioni per distrarsi sono ridotte al minimo. Non per questo abbiamo mai trascurato i nostri gatti e questo c’ha immensamente ripagati! Abbiamo permesso da subito ai mici di partecipare alla vita di Matteo, con l’accortezza di non lasciarlo mai solo in una stanza senza la nostra presenza, ma dando loro la possibilità di avvicinarsi a lui e di annusarlo senza problemi.
Anche durante la pappa Matteo è sempre stato in compagnia dei gatti che hanno sempre rispettato i suoi spazi osservandoci con interesse, ma con l’eleganza che li contraddistingue.
Abbiamo permesso ai mici di avvicinarsi a Matteo parlando loro dolcemente ed accarezzandoli, magari seduti sul divano, e loro hanno sempre dimostrato di apprezzare moltissimo questi momenti d’intimità e di serenità.
L’unica restrizione che abbiamo imposto fin da subito è stata l’ora della nanna di Matteo non permettendo ai gatti di entrare nella camera del bambino. Non abbiamo avuto difficoltà a far accettare loro questa cosa e, al momento di mettere a nanna Matteo, abbiamo preso l’abitudine di distrarre i mici con dei giochi come i topolini o le loro amate palline.
Via via che Matteo cresceva ed iniziava a camminare a gattoni, abbiamo lentamente spostato le ciotole di pappa e acqua dei mici in punti inaccessibili a Matteo. Noi abbiamo optato per un mobile abbastanza alto da non essere raggiunto dal bambino ed abbastanza basso per non rappresentare un problema per i gatti.
Abbiamo preso delle piccole precauzioni anche per la lettiera decidendo si spostarla all’interno d’ un vecchio mobiletto vuoto ed inutilizzato dalle ante senza maniglie, ma aperto sul retro quel tanto da permette a Matteo di non passarci, ma ai mici si. All’inizio pensavamo che sarebbe stato molto più complicato di come è stato invece. Molto lentamente abbiamo iniziato a spostare la lettiera di una cinquantina di centimetri al giorno dando modo ai gatti di abituarsi alla nuova sistemazione. Dopo circa due settimane i gatti avevano tranquillamente imparato ad andare a fare i bisogni nella cassetta all’interno del mobile.
Siamo stati molto fortunati, oltre che attenti, e non siamo mai dovuti ricorrere ad un comportamentista. Il mio consiglio è di contattarne uno, magari attraverso il vostro veterinario di fiducia, nel caso doveste avere problemi. E’ sempre meglio non trascurare queste cose e non far covare risentimenti che sono poi molto difficili da far dimenticare. Una serena convivenza è importantissima sia per il piccolo che per voi ed i vostri amici gatti!
Matteo ora ha sei anni, adora i suoi amici pelosi e noi gli stiamo insegnando che gli animali non sono dei giocattoli. Sono creature con dei loro sentimenti, con delle necessità e con il loro carattere. Giorno dopo giorno cerchiamo di insegnargli cosa voglia dire rispettarli ed amarli, giocando con loro, ma accettando il fatto che non sempre sono disposti a dedicarci attenzioni.
Gli ricordiamo che non devono essere disturbati mentre mangiano, mentre fanno i loro bisogni e mentre dormono. Riteniamo che Matteo debba fare le sue esperienze. Conosciamo i nostri gatti e conosciamo Matteo, ma vigiliamo sempre mentre trascorrono il loro tempo insieme.
Non ci disperiamo se ogni tanto ci scappa un graffietto, sappiamo che non è aggressività quella dei nostri gatti e capiamo che è anche attraverso un graffio che Matteo crescerà attento ai bisogni dei mici e consapevole del fatto che tirare loro la coda non è il modo migliore per consolidare un’amicizia.
Lo riprendiamo quando sbaglia e gli mostriamo come avrebbe dovuto invece interagire con il micio, spiegandogli il perché con parole semplici e con esempi che lo riguardano per fargli comprendere meglio il significato di quello che intendiamo spiegargli.
Fin da piccolo abbiamo mostrato a Matteo come accarezzarli, come trattarli e come loro ricambino il nostro amore. Siamo consapevoli che è ancora troppo presto per pensare di poter lasciare Matteo incustodito a giocare con loro, ma non per questo rinunciamo alla loro compagnia.
Bambini ed animali possono convivere tranquillamente, basta avere delle piccole accortezze ed un po’ di buonsenso.
Perché privare ad un bambino la gioia e l’opportunità di crescere sereno e rispettoso nei confronti degli animali quando basta così poco per farli convivere tranquillamente?
Noi ne siamo sempre stati convinti e siamo stati premiati".

Alessandra e Guido con Matteo ed i mici Pepe e Cocco

sabato 2 luglio 2011

"Gatti molto speciali" di Doris Lessing

Recentemente ho finito di leggere Gatti molto speciali di Doris Lessing. Ammetto che, pur conoscendo di fama l'autrice, non avevo mai letto niente di suo e quando mi sono accostata a questo breve romanzo sono rimasta veramente ammirata dal suo stile di scrittura... a prescindere dall'argomento (che non poteva non piacermi), Doris Lessing scrive molto bene, uno stile asciutto ed efficace (non per niente, la Lessing è premio Nobel per la letteratura).




Il libro racconta la vita e le vicende degli innumerevoli gatti che Doris ha avuto accanto e ogni protagonista felino viene ritratto con delicatezza e semplicità, cogliendone però ogni aspetto più particolare. Per quanto costellato di episodi duri, alle volte spiacevoli e cruenti, in ogni pagina di questo romanzo traspare l'ammirazione e il rispetto che la scrittrice porta nei confronti dei gatti.
Trovo piuttosto complesso spiegare perchè sono giunta a considerare questo libro uno dei migliori scritti sui gatti, ma probabilmente il segreto sta nell'estremo realismo con cui la scrittrice descrive i piccoli felini. Doris Lessing si sforza di non umanizzare i mici (contrariamente a molte altre opere "gattofile") rendendoli "solo gatti", a volte privandoli di un nome proprio (ricorre spesso a semplici appellativi, es. "la gatta grigia"). Ma nel loro essere "semplici" gatti sta anche la loro "specialità": le loro abitudini, le loro capacità e il loro temperamento, abilmente colti dalla scrittrice, danno prova di una spiccata e unica personalità.
Il titolo è quindi assolutamente azzeccato: i gatti di Doris Lessing sono "gatti nudi e crudi", potrebbero essere il nostro gatto, quello del nostro vicino o un gatto qualsiasi di un gattile... ma osservandoli, cogliendone le sfumature del carattere, i capricci, le intuizioni di cui sono capaci, ci si accorge che tutti sono davvero... gatti molto speciali.

Dedico questo post a tutti i gatti "di nessuno" che aspettano nei rifugi, nei gattili, nelle strade, nelle case dei volontari che li tengono in stallo... questi gatti aspettano di trovare una famiglia, aspettano di trovare qualcuno che possa dar loro la possibilità di dimostrare quanto sono speciali.