domenica 29 dicembre 2013

La stella di Natale e altre piante d'appartamento tossiche per gli animali

Durante le festività natalizie mi piace molto dare un tocco di rosso alla casa comprando una stella di Natale (o Poinsettia, è un tipo di Euphorbia)... quest'anno poi ne abbiamo ricevuta in regalo una enorme e meravigliosa, che fa bella mostra di sè nell'ingresso. Proprio la meraviglia di queste piante mi ha dato lo spunto per il post odierno: infatti, come molti di voi sapranno già, la stella di Natale è tossica per gli animali... e non è la sola pianta ornamentale ad esserlo! Anche il vischio, certamente diffuso nelle nostre case in questo periodo, è velenoso. Ecco quindi che bisogna fare un pò d'attenzione: le piante d'appartamento che ravvivano gli angoli delle nostre stanze possono rivelarsi un pericolo imprevisto per i nostri animali! In realtà animali e piante possono convivere pacificamente, facendo un pò di attenzione sia al tipo di piante che introduciamo in casa nostra, sia al comportamento del nostro amico a quattrozampe.
 
Paciocca tra le stelle di Natale e il papiro
La prima cosa da valutare è soprattutto l'età e il temperamento del vostro animale: se è un cucciolo (cane o gatto che sia) è molto più probabile che rosicchi o ingerisca foglie, rametti e bacche. In questo caso è fortemente sconsigliato di tenere alla sua portata piante ornamentali tossiche, sarebbe bene toglierle dalla circolazione o porle in stanze dove l'accesso sia vietato all'animale. Un altro fattore di rischio nella convivenza animali-piante è la noia: un animale annoiato e lasciato a se stesso per molte ore durante la giornata, sarà più incline ad esplorare gli ambienti e rosicchiare anche le piante, proprio per sfogare la sua inquietudine. Diversamente un animale adulto e ben educato, dall'indole pacifica (ma questo potete valutarlo solo voi), è molto difficile che decida di giocare con la stella di Natale del salotto. Inoltre, se il vostro gatto non ha accesso all'esterno, è importante proporgli sempre l'erba gatta fresca e un tiragraffi: in questo modo non andrà a cercare ulteriore erba da "brucare" tra le piante di casa, nè finirà per farsi le unghie sul vostro tronchetto della felicità.

Foto sfuocate... Paciocca non era molto collaborativa!

Veniamo ora alla lista delle più comuni piante d'appartamento e ornamentali che possono essere tossiche (il grado di tossicità varia da pianta a pianta, ma anche a seconda delle componenti della pianta stessa) per i nostri animali:
- Agave americana (foglie, semi e succo);
- Agrifoglio inglese, agrifoglio europeo (foglie, frutta e semi);
- Albero del drago, Dracaena (foglie);
- Aloe delle Barbados, aloe di Curcao (lattice).
- Azalea, Rododendro (intera pianta, compreso polline e nettare)
- Brunfelsia (fiori, foglie, corteccia e radici);
- Caladio, Ali d'angelo (intera pianta);
- Calancola, campane della cattedrale (foglie);
- Ciclamino (bulbi);
- Ciliegia di Gerusalemme (foglie e frutta);
- Colchico autunnale, croco, zafferano dei prati, wonder bulb (intera pianta);
- Diffenbachia (intera pianta, inclusa la linfa);
- Digitale (intera pianta);
- Filodendro (intera pianta);
- Giacinto (bulbi);
- Giglio di S. Bernardo (foglie e piantine);
- Giglio orientale (intera pianta);
- Mughetto (foglie, fiori, rizoma e acqua di mantenimeno dei fiori);
- Narciso (bulbi);
- Peperone ciliegia, peperone chili, peperone ornamentale capsicum (frutti maturi);
- Pera avocado, pera alligatore (foglie e frutti);
- Poinsettia, Stella di Natale (linfa lattescente);
- Sansevieria (foglie e fiori);
- Schefflera  (foglie);
- Tasso (pianta intera, eccetto gli arilli carnosi);
- Vischio (pianta intera);
- Zamia, pane dei Seminole (foglie, semi e gambo).
Tutte queste informazioni sono state tratte dal Manuale Merck, per approfondire i vari sintomi che ciascuna pianta provoca vi consiglio di rifarvi allo stesso manuale. Diagnosticare un'intossicazione o avvelenamento da piante è sempre molto difficile: sintomi come salivazione, vomito, diarrea, convulsioni, difficoltà respiratorie sono generici e non necessariamente riconducibili a questo tipo di problema. Pertanto, in presenza di questo sintomi, è sempre bene consultare il veterinario e affidarsi a lui per la cura. 
In ogni caso, dopo aver valutato quali piante si hanno in casa e se sono tossiche (... a leggere questa lista viene da preoccuparsi: alcune sono davvero comuni! ), basta fare un pò d'attenzione. In casa mia ci sono da sempre le stelle di Natale, una grande Dieffenbachia, per non parlare di Sansevieria, Filodendro, Dracaena, Agave ed Aloe, ma Paciocca non ha mai avuto problemi... anche se, da cucciola, devo proprio confessare che mi ha distrutto una meravigliosa Kentia!

Paciocca, quando era una scatenatissima cucciola, aggrappata alla Kentia

Chiudo il post lasciandovi i miei migliori auguri per un felicissimo anno nuovo... festeggiate al meglio per salutare questo 2013 (ma senza botti, please...) e accogliere il nuovo 2014, che speriamo porti a tutti belle cose!! AUGURISSIMI!!!

mercoledì 25 dicembre 2013

Per un Natale pieno di fusa e amore!

Ecco a voi i miei auguri di Natale (anche da parte di Paciocca), accompagnandoli da due simpaticissimi video che spero potranno strapparvi tanti, tanti sorrisi! 
Partiamo con due adorabili pesti feline, Shorty and Kodi, alle prese con i decori natalizi, che noi umani allestiamo con tanta cura... non c'è divertimento migliore, per i nostri gatti, che giocare con festoni, pacchettini e palline. E, diciamo la verità, vedere tanto genuino entusiasmo da parte loro, non contagia anche noi?


Il secondo video invece vi mostra cosa accade nella mattina più incantata dell'anno... è il giorno di Natale e questa adorabile micia nera - Delta - scopre i suoi regali, felice di giocare a tutto spiano insieme ai suoi umani, nella calda atmosfera natalizia.


Due video che aprono il cuore e ci ricordano quanto i nostri animali siano in grado di partecipare profondamente ad ogni nostra vicenda quotidiana, rendendo i momenti di festa ancora più speciali...  a proposito, mi raccomando di inviarmi le vostre foto per "Un Natale a tante zampe", avete ancora qualche giorno! Che altro dirvi? 
Passate meravigliose feste assieme ai vostri cari, circondatevi di amici e fate sentire più importanti che mai anche i vostri animali: è Natale davvero per tutti! Augurissimi di cuore a tutti voi!

lunedì 23 dicembre 2013

Pulci e zecche del gatto: come eliminarle

Oggi parliamo di un argomento che interesserà tutti gli scrupolosi padroni di un micio: gli sgradevoli parassiti esterni che purtroppo talvolta affliggono i nostri animali, trasmettendo loro malattie o ulteriori parassiti (come la tenia, trasmessa dalle pulci), oppure causando allergie, dermatiti o anemie. Insomma, davvero degli sgraditi ospiti sui nostri amati animali! Per evitare che questo post si traduca in un allarmistico articolo sui parassiti che gli animali possono portare nelle nostre case, voglio subito rassicurarvi sul fatto che si tratta di problematiche assolutamente prevenibili e generalmente non gravi. Ma la cosa più importante è questa (messaggio per tutti coloro che pensano "no, un animale non lo voglio: sporca ed è pieno di parassiti!"): cani e gatti rendono la nostra vita migliore ed è stato scientificamente dimostrato che convivere con loro migliora pure il nostro sistema immunitario! Perciò non priviamoci dell'esperienza unica che è condividere la nostra vita con un animale... basta fare un pò di attenzione!

zecche gatti
Questo è Ghemon, adottato per "A Coda Alta"
I più diffusi parassiti esterni sono le invisibili ma agguerrite pulci: si tratta di insetti minuscoli che si nutrono del sangue di mammiferi e uccelli; le pulci che colpiscono i nostri animali si classificano come "pulce del gatto" (ctenocephalides felis) e "pulce del cane" (ctenocephalides canis). Naturalmente non voglio tediarvi con notizie piuttosto disgustose, ma è importante sapere che tutte queste specie di pulce, pure se prediligono nutrirsi del proprio ospite d'elezione, in mancanza di questo (o quando la popolazione di pulci diventa molto numerosa), passano facilmente a nutrirsi del sangue di altre specie animali. Ecco quindi che combattere efficacemente le pulci del gatto (e del cane) non è solo un gesto d'amore dovuto nei confronti dei nostri animali, ma anche una necessaria precauzione affinché la nostra convivenza sia sempre sana e felice.
Come ci accorgiamo che il nostro micio ha un problema di pulci? Il sintomo più evidente di un’infestazione già presente non è sempre il grattarsi ma molto spesso basta osservare i piccoli puntini neri alla base del pelo del nostro animale, oppure nella sua cuccia. Quei piccoli puntini neri sono le feci delle pulci, segno certo della presenza degli odiati insetti. La "guerra" alle pulci deve essere costante, mantenendo il micio libero da queste grazie a un buon antiparassitario: è importante l'applicazione regolare dell'antipulci per evitare che questi insetti si riproducano velocemente. Tenete presente che una sola pulce femmina può produrre fino a 50 uova al giorno e vive circa 30 giorni.
Tenete sempre la cuccia del micio pulita! Nella foto: Gastone (A Coda Alta)
Le zecche invece sono aracnidi particolarmente antipatici e fastidiosi, talvolta pericolosi perchè possono trasmettere patologie di una certa importanza, come la malattia di Lyme. Questo tipo di parassiti tende ad affliggere più i cani che i gatti, tuttavia se il micio frequenta zone selvatiche, boschetti e aree incolte, potrebbe venirne a contatto. Per prevenire il pericolo delle zecche nei gatti, è fondamentale non solo curare il proprio giardino (evitando il formarsi di zone inselvatichite), ma anche applicare regolarmente un antiparassitario sul gatto. Qualora la zecca fosse già sul proprio animale, ahimè è ben riconoscibile poichè si gonfia man mano che si nutre del sangue del povero gatto o cane che la ospita. E' molto importante sapere come agire nel caso trovaste il parassita già attaccato alla cute: la zecca va rimossa il prima possibile, poichè più resta attaccata all'animale, più aumenta il rischio di danni. Le zecche vanno rimosse utilizzando sempre guanti e apposite pinzette, posizionandole sulla zecca il più vicino possibile alla cute dell'animale ed estraendo il parassita con un gesto delicato ma fermo. E' importante riuscire a rimuovere il rostro (l'apparato boccale) insieme alla zecca, possibilmente lasciandola integra... quindi se avete qualche dubbio in merito o non sapete come agire, consultate sempre il vostro veterinario. 

Se il vostro micio frequenta giardini, campi e zone boscose fate doppia attenzione!
Di solito sia pulci che zecche si sviluppano quando possono beneficiare di un ambiente caldo e umido: per questo il momento di maggiore allarme sembra iniziare con la primavera. Tuttavia è bene non sottovalutare che all'interno delle nostre abitazioni ormai il clima resta sempre mite e costante, anche d'inverno, per questo è importante trattare sempre i nostri animali, prevenendo così le infestazioni parassitarie tutto l'anno. Combattere i parassiti esterni per fortuna oggi è piuttosto semplice, grazie agli antiparassitari in commercio; personalmente preferisco i prodotti spot-on (si applicano sulla cute alla base del collo): sono efficaci per un mese e sono ben tollerati. In particolare per Paciocca scelgo prodotti polivalenti, in grado di difenderla sia da pulci, che da zecche e pidocchi. I collari antipulci li consiglierei solo per gatti che abbiano dimostrato di sopportarli senza problemi e che non rischino di restare impigliati in reti o rami: non è il caso della mia gatta, che compie sempre mille acrobazie in giardino e sugli alberi. 
Oltre agli antiparassitari, per tenere il nostro gatto libero da pulci e zecche non va trascurata la regola basilare: prendersi cura di lui quotidianamente, curando la sua alimentazione (su animali debilitati i parassiti festeggiano) e facendo sempre attenzione alla pulizia dei suoi ambienti. Insomma, non è necessario farne una psicosi: cure quotidiane, pulizia degli ambienti e il giusto prodotto antiparassitario elimineranno in poche mosse ogni rischio di parassiti!

sabato 21 dicembre 2013

La frase del giorno: Elsa Morante

Dopo la dissipazione estiva, benvenuto sia l'inverno che ci porta il raccoglimento (sempre che si disponga di una stanza ben riscaldata). La mente che ama fantasticare suole, a ogni principio d'inverno, riaprire i suoi saloni. In compagnia di un libro, e assistiti da un gatto quale maggiordomo o nume, trascorriamo serate...
Elsa Morante


Oggi comincia ufficialmente l'inverno e le parole di Elsa Morante sono di buon auspicio per trascorrerlo in compagnia di un gatto e un buon libro... vi auguro di passare un felice weekend, l'ultimo prima di Natale!

martedì 17 dicembre 2013

Torniamo a parlare di iniziative natalizie dedicate agli animali!

Oggi un post decisamente più leggero rispetto a quello scorso... e anzi colgo l'occasione per ringraziarvi di nuovo per i vostri commenti e la vostra vicinanza rispetto alla vicenda che ho vissuto e raccontato. Per scelta, su questo blog ho sempre evitato di dare spazio alle (purtroppo centinaia) di cattive notizie e orrori che riguardano gli animali, ma l'ultima volta non ho proprio potuto tacere. 
Detto questo, torniamo a trattare di cose più liete, in linea con l'atmosfera natalizia che ci circonda: a Riccione è infatti in programma un evento dedicato agli animali domenica 22 Dicembre in piazzetta del Faro, lungo viale Ceccarini, #riccione4pet. All'interno delle dolci attività di "Riccione, casa dolce casa" (promosse dal Consorzio Viale Ceccarini in partnership con Mo.ca) verrà allestito un allegro shooting fotografico a tema prettamente natalizio dedicato alla coppia padroncino-animale.

Immagine tratta dal WEB
Truccatori e fotografo professionisti saranno a disposizione per immortalare un magico momento natalizio a tema #dolcericcione. I partecipanti saranno premiati con cesti di prodotti per la cura dell'animale e buoni sconto, mentre una consulenza veterinaria gratuita del dottor Davide Paolucci, medico veterinario celebre per la sua rubrica durante la trasmissione radio Animal Cocktail, sarà riservata alla coppia più fortunata.
Tutte le attività del pomeriggio saranno declinate in chiave XMas Pet, dalla decorazione di cagnolini di Natale in cartoncino riciclato, al truccabimbi a tema, alla decorazione di confetti natalizi in mini laboratori gratuiti per bambini. Festeggiamenti e brindisi finali con un assaggio gratuito di Dolce Riccione.
Tutte le attività sono gratuite.  Per info su #riccione4pet :www.pethotels.it.
Chiudo questo post ringraziando tutti coloro che mi stanno spedendo le loro foto per "Un Natale a tante zampe": c'è tempo fino al 31 dicembre e siete tutti invitati a partecipare!

venerdì 13 dicembre 2013

Morte in dicembre

Dicembre, poco prima dell’Immacolata: all’alba i campi si svegliavano brinati, la luce del sole restava soffusa e zuccherina fin verso metà mattina, gli uccellini frullavano tra i cespugli mentre grossi fagiani perlustravano le zolle, becchettando di tanto in tanto.
Era stata una mattina di spari.
L’ultimo era esploso in aria pochi istanti prima che io uscissi di casa, dopo pranzo, insieme alla mia gatta. Eravamo solite fare un giro in giardino nelle ore più calde della giornata, per poi tornarcene in casa: io alle mie occupazioni, lei a poltrire come ogni buon gatto domestico. Non appena però la gatta svoltò dietro il magazzino, si irrigidì gonfiando il pelo, assumendo la posizione di caccia: aveva visto qualcosa.
Non riuscii a individuare nulla, finché non fui guidata da uno strano rumore, un rantolio: c’era un colombo a terra, visibilmente in difficoltà. La gatta si avvicinò con cautela e io feci altrettanto: il povero colombo cercò di allontanarsi, ma era come piantato nel terreno, terrorizzato. Pensai che avesse un problema alle ali, ma poi ricordai il colpo di fucile di pochi minuti prima: era stato sicuramente colpito da un cacciatore.
Tenni la gatta lontana per cercare di valutare meglio la situazione, ma come risultato ebbi che spaventai ancora di più l’animale ferito, che cadde a zampe all’aria: in quel momento vidi due piccole macchioline di sangue sul piumaggio del petto. Gli occhi del colombo mi fissavano atterriti, le zampe impiastricciate di fango, il corpo esposto ad ogni aggressione, mentre il suo rantolio si fece incontrollabile. Stava agonizzando.
Ma io non mi ero resa conto del tutto della gravità della situazione. Dentro di me, anzi, stavo elaborando un piano di emergenza: avrei sistemato l’uccello ferito in una cassetta e messo in un luogo riparato, sperando che si riprendesse. Il centro LIPU era chiuso - era sabato – ma potevo comunque provare a telefonare. Questo pensai, mentre prendevo la cassetta.
Solo pochi istanti e mi resi conto di quanto le mie idee fossero vane: appena mi avvicinai con la cassetta in mano, scoprii che l’uccello era morto. Le palpebre semichiuse avevano accolto il sonno definitivo per quella creatura che, inconsapevole, era morta tra i rantolii, il dolore e la totale vulnerabilità.
La mia ingenuità e la gratuità della sua fine mi travolsero come un fiume in piena.

Per cosa sei morto? Volavi mezz’ora fa. Stamattina hai aperto gli occhi come in una giornata qualsiasi, ti sei alzato in volo godendo dei raggi del sole, hai planato nell’aria fredda di dicembre. Finché un uomo ha deciso che oggi dovevi morire. Perché? Per quale motivo sei morto?

Due piccole lacrime mi si condensarono ai lati degli occhi. Quell’animale era morto gratuitamente: non rappresentava una minaccia; non c’era la necessità stringente di ucciderlo per cibarsi di lui. Eppure era morto, nel giro di pochi minuti il suo corpo era passato dalla più viva funzionalità all’immobilità definitiva. Una vita in meno su questo pianeta. C’era almeno una ragione? 
Fu la totale inutilità della sua morte a rendermela insopportabile e iniziai a piangere: per quell’uccello che non era più un uccello, ma era tornato ad essere semplice materia dell’universo; per me stessa, che stupidamente non mi ero resa conto della gravità della situazione; per l’umanità che uccide e domina sul pianeta, del tutto indifferente rispetto al male che produce.
Osservai meglio l’uccello: il piumaggio era liscio e lucido, pulitissimo. Ammirai le piume e le penne, che ne facevano una perfetta creatura volante. Una penna era innaturalmente fuori posto. Presi i guanti e la vanga, scavai una piccola fossa vicino ai bulbi di giacinto e tornai a prendere il colombo.
Nonostante i guanti, sentii che il corpo era ancora tiepido: il capino molle, le membra leggere e rilassate, il piumaggio perfetto, salvo quelle due macchie sul petto, le palpebre non del tutto abbassate, ma il becco era pieno di sangue.
Accomodai la creatura nella terra fredda, appena scavata: il gelo si sarebbe presto appropriato di quel tepore vitale. Sistemai il capo del piccione nella maniera più decorosa possibile e a un tratto capii perché per noi umani è così importante la sepoltura: si dà dignità a una condizione che ha già reso inutile ogni decoro. Ma è importante, per chi resta, fare quest’ultimo gesto.
Faticavo ad accettare il fatto di dover soffocare quel corpicino tiepido sotto il terreno gelido; cominciai quindi solo a circondarlo di foglie e piccole zolle. Ma poi pensai che, nella terra, il suo calore in fondo non sarebbe andato sprecato.
Meglio alla terra che all’aria gelida: che il tuo calore nutra questa terra, che essa ti accolga materna.
Quando l’ebbi coperto del tutto, sistemai alcune grosse pietre sopra la terra smossa, per scoraggiare le volpi. Se poi queste fossero riuscite comunque a raggiungere l’uccello, sarebbe stato un destino naturale, in qualche modo utile e giustificato dalla sopravvivenza altrui.
Singhiozzavo ancora. Mezz’ora prima quella creatura volava libera in cielo, adesso si stava raffreddando per sempre sotto terra. Nessuna ragione valida a giustificare l'accaduto.
Dove era caduto il colombo, restava solo una penna.


La raccolsi e la portai in casa con me.

martedì 10 dicembre 2013

Un "mi piace" per un pasto gratis agli animali abbandonati!

Oggi, mentre ricorre la giornata dei diritti degli animali, chiamo a raccolta tutti i lettori del mio blog per coinvolgerli in un'iniziativa importante, a favore di tanti animali abbandonati in Italia... Prolife Pet, azienda di alimenti specifici per cani e gatti, ha indetto una campagna di beneficenza su Facebook: se cliccate un bel "mi piace" sulla loro pagina facebook diventando fan, Prolife Pet assicurerà un pasto gratis a un animale abbandonato. In particolare, l'azienda ha scelto una serie di associazioni e rifugi italiani che si occupano di cani e gatti abbandonati (e c'è anche la mia associazione "A Coda Alta", con il nostro gattile di Ferrara): a loro saranno destinati i pasti gratuiti.
Mi raccomando: un click a voi non costa niente e intanto garantirà un pasto a cani e gatti senza una famiglia!


Ogni utente che diventa fan della pagina Prolife Pet, cliccando sul pulsante Mi Piace, dona un pasto. (1 click su Mi Piace Prolife Pet = 1 nuovo fan = un pasto gratuito) donato alle associazioni di cui sopra. Essendo la pagina fan FB Prolife Pet dotata di un contatore fan visibile a tutti gli utenti del social network, questo contatore sarà utilizzato per misurare i progressi dell’iniziativa.
L’iniziativa sarà comunque valida fino al raggiungimento della soglia di 20.000 fan che al giorno dell’avvio della stessa (12/09/2013) sono pari a nr.629. Pertanto l’iniziativa avrà termine al raggiungimento di nr. 20.629 fan. Le associazioni scelte come beneficiari dei pasti gratuiti sono dislocate su tutto il territorio italiano e sono dei punti di riferimento nei territori in cui operano per la difesa degli animali abbandonati e maltrattati.
I pasti saranno ripartiti proporzionalmente alle dimensioni dei rifugi e alla numerosità dei gatti in essi ospitati. Malgrado vi siano tantissime altre associazioni meritevoli di attenzione e sostegno, l’Azienda, tramite la rete di collaboratori, ha scelto le seguenti Associazioni:
- Associazione a Coda Alta Ferrara (FE)
- Associazione Gattofili Genovesi (GE)
- Associazione Dingo (VE)
- Associazione Onlus Volontari Ravenna Gatto (RN)
- Associazione Tuderte per la Tutela degli Animali (PG)
- Associazione Tutela degli animali Onlus (BO)
- Avapa Onlus (AO)
- Associazione U.N.A. Rovigo (RO)
- Canile Cava dei Tirreni – Lega nazionale di difesa del cane (SA)
- Canile Comunale di Coriano (RN)
- Canile Comunale di Rimini (RN)
- Canile Municipale di Caserta – Associazione Nati Liberi (CE)
- Colonia Felina (LE)
- ENPA – Sezione di Bassano del Grappa (VI)
- Fratelli di Zampa (BO)
- Gattile Amici di Bagnolo (FC)
- Gattile Enpa di Piombino (LI)
- Gattile di Ravenna – Associazione Soli a 4 Zampe (RA)
- Gattile Lega Pro Animale (CE)
- Gattile San Giovanni in Persiceto (BO)
- Il Gatto Nero Onlus (RC)
- Le Sfigatte (TO)
- Mondo Gatto Onlus (LO)
- Nati per amarli Onlus (BA)
- Oasi del Randagio (CB)
- Oasi Felina del Rifugio del Cane (PN)
- Oasi Felina Gattile (RE)
- Oasi Felix (BO)
- Rifugio Mamma Rosa – Mira (VE)
La consegna dei pasti gratuiti presso i beneficiari sarà opportunamente raccontata con documentazione fotografica ad illustrazione e supporto.
Allora, posso contare sui vostri click? E mi raccomando: condividete la campagna, è importante ed è davvero semplice contribuire... Grazie fin d'ora di cuore!

sabato 7 dicembre 2013

"Un gatto per Natale" di Elisabetta Rasy

E' un racconto breve, questo di Elisabetta Rasy, che ricorda le orme che i gatti hanno lasciato nella sua vita, a partire dalle festività natalizie quando era bambina. Ricordi d'infanzia di gatti arrivati all'improvviso alla vigilia di Natale, come doni piovuti dal cielo, e altrettanto improvvisamente scomparsi, lasciando sgomento e una sensazione di incompiuto... finchè l'autrice, da adulta, decide di farsi una propria famiglia felina: i fratelli Jack e Minuta, la bella micia Batuffolo e... Gegio, il vero protagonista di questo racconto, gatto di strada che viene "adottato" da Elisabetta e dalle famiglie della via che il micio ha eletto come suo territorio. Gegio è un gattone bianco e nero, mansueto ma fiero, proprio come tutti i gatti: amichevoli sornioni ma anche spiriti inequivocabilmente liberi.

Paciocca e la copertina del libro-racconto
Gegio è stato ferito nell'orgoglio dopo l'abbandono e, nonostante la sua vita sia quella di gatto randagio, non mendica mai il cibo, nè le coccole: le accetta di buon grado dalle famiglie della sua strada, per poi tornare alla sua vita libera. Elisabetta stringe con Gegio un rapporto speciale, che porterà l'autrice a scoprire che il gatto purtroppo è affetto dalla FIV, il virus dell'immunodeficienza felina (l'AIDS dei gatti). Il racconto di Elisabetta Rasy è la testimonianza di come i gatti sappiano entrare con passi felpati nella nostra vita e, quando devono andarsene, scelgono di farlo (se possono) con la stessa leggera grazia. E' la storia di un gatto che ha conosciuto l'abbandono e, come succede a troppi randagi, è stato contagiato dalla FIV; ma è anche la storia di come le cure umane e l'affetto abbiano reso la vita di questo micio degna di essere vissuta, fino alla fine. 
Colgo l'occasione per ricordare a tutti i miei lettori che la FIV è una malattia che non incide necessariamente sulla durata e la qualità della vita del gatto che ne è affetto: con un pò di cure e riguardi in più, tanti gatti FIV+ possono condurre una lunga e bella esistenza, al pari degli altri mici.


Purtroppo tanti mici randagi sono affetti dalla FIV (la malattia si trasmette nei combattimenti, tramite i morsi profondi) e quando vengono ricoverati nei rifugi in attesa di adozione, difficilmente vengono scelti: quasi nessuno vuole adottare un gatto FIV+ e in tal modo lo condanna ancora prima della sua malattia, mentre potrebbe avere una vita lunga e soddisfacente come tutti gli altri gatti. 
Concludo questo post con un estratto dal racconto di Elisabetta Rasy, in ricordo di Gegio e del suo magnifico spirito libero: "Gegio mi torna in mente all'improvviso con tutto il suo fascino (...). Solo alcuni mesi dopo la sua morte ho capito che cos'era che mi seduceva e seduceva gli altri suoi ammiratori: c'era in lui un perfetto e divino e misterioso equilibrio tra la gioia di vivere e il dolore di vivere. E mi è difficile credere che non mi aspetti ancora e che non ci rivedremo. Forse ci rivedremo in paradiso, se mai mi riuscisse di arrivarci. Non ci sono gatti in paradiso? Bah, non ne sono sicura, e se è vero non è una bella notizia. Comunque per Gegio si potrò fare un'eccezione. Sì, lui ci andrà, per il suo coraggio, la sua grazia e il suo tormento" (E. Rasy, Un gatto per Natale, Nottetempo, p. 37).

martedì 3 dicembre 2013

Uno spot natalizio che non vedremo in Italia...

... e invece merita di essere visto, per tornare un pò bambini mentre è già iniziato il conto alla rovescia per il Natale! Protagonisti un leprotto e un orso bruno che, nonostante l'avvicinarsi del Natale, non resiste al letargo invernale.


Ormai siamo entrati definitivamente nel periodo d'attesa natalizio! Avete già iniziato a decorare casa e scattare foto a tutto spiano dei vostri compagni di vita non-umani?
A questo proposito vi segnalo l'iniziativa di Pethotels: pubblica la foto del tuo amico a quattro zampe in veste natalizia sulla pagina facebook di Pethotels, inserendo questi hashtag: #dolcericcione #pethotels #riccione4pet. La foto che riceverà più like potrà aggiudicarsi un soggiorno a Riccione di una notte, in modalità b&B, all'Hotel Clipper, in primavera. Il termine ultimo per partecipare e ricevere voti è il 16.12.2013 alle ore 11.00. Le foto non originali, ma trovate in giro per il web, comporteranno l'esclusione immediata dal gioco.
Vi invito a leggere l'articolo intero sul loro sito!
E naturalmente vi ricordo di mandarmi tante foto per il mio concorso "Un Natale a tante zampe"... avete già scelto il libro che vorreste come regalo? Vi saluto e vi auguro un buon proseguimento di settimana, purtroppo io sono sommersa dagli impegni e sarò lontana dai blog almeno fino al prossimo weekend!

venerdì 29 novembre 2013

"Piccolo Albero" di Forrest Carter

Ci sono libri che, seppure generalmente definiti "per ragazzi", sono dei tali capolavori da diventare (e rimanere) dei classici per tutti. Anche in vista del Natale in avvicinamento, vi consiglio un libro meraviglioso, che potrete mettere sotto l'albero per la felicità di grandi e piccoli. Si tratta di "Piccolo Albero" di Forrest Carter (Salani), storia che ha già conquistato tanti lettori in America, ma che merita di essere letto da tante, tante persone anche qui in Italia. La storia è quella di Piccolo Albero, un bambino che, alla morte dei genitori, viene affidato alle cure dei nonni Cherokee, che vivono in una piccola capanna a ridosso delle montagne. Tutto il libro è un intenso inno poetico alla Natura, vista come madre generosa e severa, come casa accogliente e benevola, come realtà colma di saggezza e meraviglia.


Piccolo Albero cresce grazie agli insegnamenti dei nonni, che riescono a trasmettergli con gli esempi e la vita quotidiana, molto più che con le parole e le regole formalizzate, il senso profondo del vivere per gli indiani Cherokee. Scopriamo che esiste una "Via" da seguire per stare al mondo in armonia con i nostri simili e le altre forme di vita; scopriamo che ogni più piccolo particolare nella Natura ha qualcosa da comunicarci; riflettiamo su quanto il mondo "più civilizzato" sia pieno di storture, ipocrisie, meccanismi perversamente malvagi. Non si creda che questo romanzo sia una difesa dei tempi che furono e di un ingenuo "spontaneismo": la Natura è piena di pericoli mortali, la vita dei Cherokee è dura e faticosa, ma è chiaro che è di una purezza cristallina, di fronte alla quale viene da chiedersi quanto sporca (o sporcata) sia invece la nostra esistenza.

Una veduta del Tennessee, dove è ambientato il romanzo. Fonte Wikipedia
Oltre ai grandi insegnamenti morali che questa storia è in grado di trasmetterci, le pagine più belle, commoventi e poetiche restano quelle dedicate alla Natura: la magnifica ed epica descrizione della primavera come un vero e proprio "parto" naturale; la comunicazione tra tutte le forme di vita, ma anche tramite le stelle ed il vento... il senso ultimo del vivere e del morire, a un certo punto, accolti da una Terra che, se in vita non ce ne fossimo mai allontanati, è pronta a darci pace e sollievo. Il finale, commovente, non ve lo rivelo... è un libro che merita di essere assaporato e meditato a poco a poco, gustando ogni piccolo regalo che ci viene elargito, pagina per pagina.

lunedì 25 novembre 2013

Gatti che odiano le conversazioni telefoniche

Come reagisce il vostro gatto se vi trova a parlare al telefono, al cellulare o via skype, in sua presenza? Magari continua imperterrito e tranquillo a fare quel che stava facendo; magari invece se ne esce dalla stanza, disturbato dal vostro parlare a un attrezzo per lui incomprensibile... o magari, proprio come la mia gatta, si dirige immediatamente verso di voi con cipiglio contrariato e comincia a miagolare con forza e petulanza, pretenendo inderogabilmente una spiegazione valida di quanto sta accadendo: Siete forse ammattiti? Non vedete che non c'è nessuno con cui parlare? Cosa diavolo state facendo? Non capite che è da pazzi comportarsi così? Smettetela subito! Insomma, ma continuate anche a parlare al nulla? Dovete stare proprio male allora, poveri voi, avete perso ogni senno.

Immagine da web, QUI
Ecco, io non riesco a svolgere una normale conversazione telefonica in presenza della mia gatta. Di nessun tipo, di nessuna durata, con nessun tono: la mia gatta non me lo permette. Generalmente quando sono a casa, Paciocca sta nelle mie vicinanze: o appisolata sul panchetto del pianoforte, oppure acciambellata e addormentata sulla poltrona alle mie spalle. Se talvolta sono sovrappensiero e mi sfugge di parlare da sola (certo non faccio conferenze, magari solo un'esclamazione, un'interiezione, un appunto di un calcolo complicato), nessun problema: sembra che le sia chiaro che sono intenta a riflettere tra me e me. Ma se avvio una conversazione via skype o al telefono, che sia anche un solo minuto di dialogo, non c'è rimedio: ben presto si alza con un brontolio e viene verso di me con passo sicuro. Si piazza ben ferma vicino alla mia sedia e inizia a fissarmi con grandi occhi dilatati, e attacca con convinzione: "Mao? Maao? Maaaaooo? Maaaaooooooooo?! Maaaaaaaaaaaaaaaaaoooooooooooo!!!", con volume, frequenza e disappunto sempre maggiori.

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Ma il peggio deve ancora venire! Se al telefono c'è una persona con cui sono in confidenza, posso pure interrompere un attimo la conversazione ("scusa, c'è la gatta che miagola") per cercare di spiegare alla felina che tutto va bene e non deve inquietarsi. Non serve a nulla: i suoi miagolii proseguono imperterriti e arriva addirittura a saltare sulla scrivania (giuro che non lo fa mai, se non quando sono seduta al telefono) per indurmi a terminare quell'azione sconsiderata, miagolando proprio vicino al mio viso. A quel punto la mia unica soluzione è di prendere la palla di pelo e accompagnarla gentilmente fuori dalla stanza, per il resto della telefonata. Ma, ahimè, a volte capitano anche telefonate di lavoro, di quelle formali, di quelle che è imprescindibile dare "del lei", parlare con cortesia, toni pacati e maniere un pochino affettate. Ecco: la mia gatta non percepisce certo che la faccenda è delicata, quindi dà il meglio di sè in lamentazioni e moti di disappunto. Invano cerco di concentrarmi sulla conversazione e intanto sudo freddo, perchè tra un "ma certo, si figuri" e un "allora guardi, la questione può essere risolta così", non posso mica dire "mi scusi un attimo, c'è la mia gatta che miagola"... e quindi cerco di ignorare la belva, sperando che l'interlocutore non colga il sottofondo miagolante e devastante o, comunque, non si faccia troppe domande in proposito.

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La cosa curiosa è che, confrontandomi con altre persone, ho scoperto che Paciocca non è l'unica micia a reagire in questo modo! Anche uno dei gatti della presidente della mia associazione "A Coda Alta", infatti, fa lo stesso durante le telefonate. E' curioso a ben pensarci, ma denota una particolare capacità dei gatti di distinguere perfettamente quando stiamo parlando da soli e quando invece siamo in rapporto con qualcun altro, anche di invisibile ai loro occhi. E' segno di grande sensibilità, da parte dei gatti, questa loro inquietudine di fronte alle nostre telefonate: è fuori di dubbio che stiamo parlando con qualcuno, ma non si vede da nessuna parte. Come spiegarsi allora il fenomeno? Io credo che sia questo a rendere intollerabili le telefonate, per la mia gatta. Proprio non riesce a trovare una valida spiegazione e, posto anche che grazie all'udito finissimo felino riesca a cogliere la voce dell'interlocutore nel telefono, certamente questo non la aiuta nel dare un senso a ciò che sente. Da un lato fa sorridere pensarci, ma dall'altro fa anche capire quanto i gatti siano dotati di grande curiosità e sensibilità verso tutto il mondo... comprese tutte le diavolerie umane. E i vostri gatti, come reagiscono alle vostre telefonate?

domenica 17 novembre 2013

Una stagione: l'autunno (2013 - 3)

Silenzio: nessun bisogno di parole.
Immaginate solo lo stormire delle foglie, in quelli che sono stati gli ultimi giorni di tepore autunnale...






Nel senso d'attesa per il freddo alle porte, il sole ha ugualmente illuminato le foglie come se dell'incipiente gelo non importasse a nessuno...




E infatti, come se niente fosse, la calendula è sbocciata, il ragno ha tessuto la sua tela, la vanessa ha danzato sulle zinnie come fosse primavera.




Paciocca ha rincorso le foglie secche come fossero farfalle, arrampicandosi sui rami dei ginkgo... e da qui, appollaiata sui rami come un uccellino, ha tenuto d'occhio i volatili che frullano di cespuglio in cespuglio, alla ricerca di cibo.



Per fortuna degli uccellini, Paciocca ben presto torna in casa, lasciando campo libero a chi vuole rifornirsi di cibo, sul melograno o negli altri arbusti appesantiti da una copiosa produzione di bacche.



Questo lato così benevolo, soleggiato e placido dell'autunno sta ormai per finire... negli scorsi giorni sulla nostra penisola è già arrivata la neve a quote relativamente basse e non sono mancate piogge torrenziali che hanno rabbuiato le nostre giornate. Ma non rattristiamoci, questa stagione ci sta traghettando dritta dritta verso il periodo natalizio... e anzi, a questo proposito, non perdetevi il prossimo post: ho in serbo per voi una bella sorpresa. Buona domenica!

mercoledì 13 novembre 2013

La frase del giorno: Merrit Malloy

I cani ci insegnano ad amare, i gatti ci insegnano a vivere. 
 Merrit Malloy

Ginny
La contrapposizione tra cani e gatti non solo non mi è mai piaciuta, ma non mi ha mai neppure convinto. Credo che questa frase di Merrit Malloy sia comunque veritiera: il modo di amare dei cani è così esplicito che è impossibile non coglierlo e non esserne conquistati... mentre i gatti sono più discreti, la loro presenza non è mai invadente ma sanno starci vicini in ogni momento della nostra vita, in modo prezioso e unico. Forse il più grande insegnamento che possiamo trarre dal nostro micio è questo: nei tuoi giorni sii sereno, pacifico e un pò anticonformista; sii affettuoso con chi ti vuole bene ma cerca sempre di capire chi ti circonda, quindi non essere immediatamente fiducioso rispetto al resto del mondo; ritagliati i tuoi spazi, coltiva la virtù del silenzio e prenditi cura di te; ricordati sempre che buon cibo, lunghe dormite, amici e fusa sono i comfort fondamentali per una buona vita. Beh, mica male come insegnamento esistenziale, non credete?

sabato 9 novembre 2013

Anthill di Edward O. Wilson: le cronache delle formiche e un nuovo eroe

Con vero piacere oggi vi racconterò di un romanzo veramente bello. Potrei usare tanti altri aggettivi per descriverlo - coinvolgente, originale, interessante, emozionante, intelligente - ma questo libro è così fuori da ogni schema che si merita poche parole, ma le più autentiche e semplici che si possano usare: è veramente bello. L'autore, Edward O. Wilson, uno dei maggiori biologi e naturalisti viventi, vincitore non per niente di due Pulitzer per la sua opera scientifica, nonchè tra i massimi esperti al mondo di formiche, scrive il suo primo romanzo e decide di intitolarlo "Anthill", formicaio. Questo libro infatti riguarda le formiche, ma non solo: è soprattutto la storia di Raff, un ragazzino che diventa uomo, mentre attorno a lui il mondo cambia e la società umana rischia di distruggere quei pochi spazi di natura incontaminata che ancora (r)esistono.

La copertina dell'edizione italiana, per Elliot Editore

E' un romanzo che, con incredibile scioltezza, approfondisce moltissimi temi: gli uomini e le contraddizioni che dividono la nostra società; la natura selvaggia, così potente ma anche così fragile; l'ecologia nelle sue varie versioni; il fondamentalismo religioso e il darwinismo; le formiche e la loro società, narrata con passione letteraria e competenza scientifica... ma "Anthill" è soprattutto la storia di un ragazzino che trova nell'ambiente il suo vero "posto nel mondo" e, crescendo, diventerà un eroe moderno: una persona come tutti noi, ma puro di cuore e disposto ad impegnarsi fino in fondo per difendere ciò in cui crede... un eroe che è eccezionale nella sua coerenza, nel suo impegno e nella sua "normalità". Il percorso di Raff è quello di un ragazzino incantato dalla Natura in tutte le sue forme che, quando scopre che il "suo" territorio selvaggio del Nokobee (Alabama) è minacciato di distruzione per fare spazio a un complesso residenziale, decide di investire l'intera propria vita per proteggerlo. Il suo impegno e la sua intelligenza lo porteranno a diventare un avvocato di successo: riuscirà Raff a difendere la Natura in tribunale, salvaguardandola dalla distruzione? E quanto dovrà compromettersi e rischiare il nostro protagonista, per ottenere ciò che vuole? Non vi svelo il finale, ma l'intera vicenda è commovente e fortemente epica: è una di quelle storie che sono tanto verosimili da coinvolgere e tanto eroiche da entusiasmare, proponendo un modello di vita a tutti noi lettori.

La copertina dell'edizione originale

Una parte importante e geniale di questo libro è costituita da "Le Cronache del Formicaio", la tesi di laurea di Raff, inserita come un "romanzo nel romanzo" che racconta il successo, la vita e la decadenza di diverse colonie di formiche. E qui entra in gioco il Wilson entomologo, ma anche brillantissimo romanziere: i capitoli riescono ad essere la descrizione romanzata dei modi di comunicare delle formiche, della loro organizzazione impeccabile e della vitale importanza della regina perché ciascuna formica sappia cosa fare e l'intera colonia possa sopravvivere. Ci troviamo così a tifare per la Colonia del Sentiero, allo sbando dopo la morte della sua regina madre... ma le povere formiche del Sentiero vengono inevitabilmente sconfitte dalla Colonia del Ruscello, che a sua volta sarà spazzata via da una invicibile "Supercolonia" di formiche dai geni mutati (in modo spontaneo, in questo caso l'uomo non c'entra). Ma, ben presto, l'equilibrio naturale troverà il modo di ristabilirsi, facendo estinguere proprio quelle formiche che avevano imperato sul territorio come nessun'altra aveva fatto prima.

L'autore Edward O. Wilson. Fonte foto: QUI

Senza che l'autore debba scrivere una sola frase pedante, trasmette un messaggio che riguarda ognuno di noi: facciamo parte della stessa e unica Natura, tutti lottiamo per sopravvivere, ma quando una sola specie prende il sopravvento sulle altre, rompendo l'equilibrio ecologico, è destinata a perire. E' un ciclo naturale inevitabile: l'equilibrio, presto o tardi, viene sempre ristabilito e non c'è sopravvivenza per chi non rispetta queste dinamiche. Meditiamo su questa incrollabile verità, che ci riguarda molto, molto da vicino.
Ci sarebbe tanto altro da dire su questo bellissimo libro, ma non voglio dilungarmi oltre: spero solo di avervi incuriosito abbastanza per leggerlo. Infine, un plauso all'editore Elliot non solo per aver pubblicato in Italia questo gioiello di romanzo, ma anche per la copertina particolarmente originale... è uno dei rari casi in cui preferisco la copertina dell'edizione italiana a quella dell'edizione originale (pure molto bella, ma che trovo più scontata)! 

Dettaglio della copertina originale. Fonte foto QUI

Concludo con una citazione: "Raff giunse ad amare il Nokobee per il piacere di amarlo. Divenne un altro modo di guardare il mondo, diverso da quello che gli insegnavano scuola e genitori. Costruì un contesto più ampio nel quale disegnare un’immagine dell’umanità e di se stesso. (…) Col tempo capì che la natura non è un elemento esterno al mondo degli uomini. E’ vero il contrario. La Natura è il mondo reale, e l’umanità vi crea le isole in cui vive” (E.O. Wilson, Anthill, Elliott, 2010, p. 126).

mercoledì 6 novembre 2013

Una stagione: l'autunno (2013 - 2)

Prosegue quest'autunno baciato dal sole e dalle temperature decisamente miti durante il giorno... mai come quest'anno l' "estate di San Martino" si sta manifestando al meglio delle sue potenzialità! Oggi vi accompagno allora per un giro tra giardino e campagna, luoghi pieni di vita e di particolari interessanti, per chi sa cosa osservare...



Il clima umido e tiepido di quest'autunno ci porta subito in regalo un inaspettato "villaggio del bosco", proprio nel bel mezzo del mio giardino! Una distesa fitta fitta di funghetti... comparsi così, da un giorno all'altro, e altrettanto velocemente svaniti.


Sembra di osservare il classico villaggio degli gnomi!
Mentre i frutteti sono ormai tutti rossi o marroncini, grazie alle condizioni propizie l'erba è diventata di un un bel verde brillante, folta ed alta. Passeggiare tra i filari dà l'idea di percorrere un corridoio fiabesco, con questi colori accesi e contrastanti!



Le tante sfumature di un frutteto autunnale
E non siamo mai soli! A ben osservare, ogni angolo pullula ancora di operosa vita,  indispensabile per la nostra agricoltura, oltre che per l'equilibrio dell'intero pianeta... 

 

Le piante rinfrancate dalle piogge autunnali sembrano vivere davvero una "seconda estate", mentre i colori assumono i caldi toni della stagione...


 

Ed ecco una vite americana nel momento del suo massimo splendore: fogliame rosso fuoco capace di dare vita a una siepe "incendiata"... suggestiva e davvero bella!



Ad oggi questa vite ha già perso tutte le sue magnifiche foglie: restano tralci nudi, pieni solo di queste bacche nerastre. Segno che quest' "estate di San Martino" non durerà ancora per molto... se volete saperne di più su questo particolare periodo dell'anno, vi segnalo il bel post della mia amica Ilaria. E che altro dire? Godiamoci questo magico sole d'autunno!

domenica 3 novembre 2013

Gattoraduno per la Black Cat Parade: il fascino della pantera!

Eccomi qui a raccontarvi dell'esperienza di ieri pomeriggio a Italia in Miniatura, dove - in collaborazione con Pethotels - si è svolto il "Gattoraduno" per soli gatti neri! L'iniziativa è stata molto simpatica e hanno partecipato otto mici neri: i gatti che hanno "calcato il tappeto arancio" (in braccio al loro amico umano) erano tutti uno più bello dell'altro. Noi della giuria abbiamo votato sulla base di criteri personali, ad esempio simpatia e affinità di coppia... decretare il vincitore è stato difficile, anche perchè ogni panterino era speciale e bellissimo! Alla fine ha vinto Omar, sorianone nerissimo dallo sguardo penetrante, che ha saputo conquistarci con la sua eleganza e nonchalance.

Ecco Omar, il vincitore. Fonte della foto: QUI
Il micio Spritz, in braccio al suo padrone
Le iniziative della Black Cat Parade, l'evento dedicato alla rivalutazione del gatto nero, sono continuate anche oggi pomeriggio a Riccione, dove sono stati assegnati il premio "Stregatto" e il premio "Eleganza". Si è trattato di un evento originale e tutti i presenti hanno subìto "il fascino della pantera", ammirando la spiccata bellezza dei gatti neri. Un tempo bistrattati e perseguitati, tuttora talvolta "scartati" rispetto ai tigrati... beh, in questi due giorni sono stati gli assoluti protagonisti! 

La gattina Mia, sulla spalla della sua padrona. Fonte foto: QUI

Il regale Sir Panter, di origini norvegesi.
Ieri a Italia in Miniatura sono venuta a conoscenza di un'altra realtà riguardante i gatti che, ammetto, non sapevo: il parco tematico di miniature ospita alcuni mici! Russell Bekins, creativo di Italia in Miniatura, ha realizzato alcuni anni fa un originalissimo video dedicato ai mici che si aggirano, giganteschi, tra le più belle città d'Italia!


Insomma, che altro dire? Bravi Italia in Miniatura, ma anche Pethotels e a tutti coloro che hanno dato spazio alle iniziative a favore dei gatti... in questo caso neri, ma l'amore per i gatti è universale!