giovedì 31 ottobre 2013

Halloween: una festa più antica e italiana di quanto si pensi

Sono curiosa come un gatto, sia per quanto riguarda le cose che mi attirano, sia verso quelle che mi infastidiscono istintivamente: cerco comunque di saperne di più. Halloween è una di quelle ricorrenze che mi hanno sempre lasciata un pò perplessa, a volte infastidita sottilmente; mi dicevo: è una festa che con l'Italia non ci azzecca nulla, l'ennesima moda consumista fatta apposta per spennarci come polli, i bambini ne sono entusiasti perchè assuefatti dai messaggi della tv. Eppure, eppure... quando ho scoperto che uno dei miei scrittori italiani preferiti, Eraldo Baldini, aveva dedicato a questa ricorrenza un intero libro insieme a Giuseppe Bellosi, ho drizzato le orecchie e ho voluto approfondire la questione. E così ho letto appunto "Halloween. Nei giorni che i morti ritornano", un saggio serio e documentato, dedicato a questa festa che in realtà è molto più italiana di quanto si potrebbe pensare... ho scoperto un sacco di cose interessanti che, se non mi hanno comunque reso simpatico il lato più consumista dell'attuale Halloween, mi hanno però svelato l'intrigante substrato di tradizioni su cui poggia questa ricorrenza.


Cosa abbastanza nota a tutti è che la parola "Halloween" è la contrazione di "All Hallows Eve", ovvero "La Vigilia di Ognissanti". Un'altra cosa ugualmente risaputa è che l'origine di questa festa viene di solito  ricondotta all'antico capodanno celtico - chiamato Samhain, "fine dell'estate" - momento fondamentale del calendario, quando si celebravano riti stagionali agricoli, nell'ambito di una visione ciclica di vita-morte-rinascita nella Natura. In quei tempi si usava riportare nelle stalle gli animali, per proteggerli dall'incipiente gelo invernale, e si compivano riti propiziatori.
Così come la conosciamo oggi, Halloween è una festa certamente americana,  ma di origini europee: ora ci è solo "tornata al mittente" con le sue zucche intagliate,  i suoi "dolcetti o scherzetti" e i party a tema, che stanno spopolando anche in Italia. Tuttavia, e qui iniziano le cose che non sapevo, il saggio di Baldini e Bellosi ci informa che in tutta Europa vi è da sempre una ricchissima tradizione legata ai giorni che vanno dal 31 ottobre all'11 novembre (San Martino, mica per caso "l'estate dei morti", come dice Pascoli). Si tratta di un periodo nel quale si credeva che le anime dei defunti potessero avere libero accesso al mondo dei vivi, influendo benevolmente (o malevolmente, a seconda) negli affari umani, in particolare rispetto alla semina delle nuove coltivazioni, che avveniva proprio entro quei giorni.

Fonte della foto: QUI
In Italia, infatti, il periodo idoneo alla semina è proprio tra fine ottobre e metà di novembre. Interessante però è stato scoprire che, da Nord a Sud della nostra penisola, tanti detti popolari fanno corrispondere il momento della semina esattamente alle festività dedicate ai Santi e ai morti, stabilendo una sorta di legame tra i defunti e il seme che, interrato, sembra morire per poi dare vita alle nuove piante in primavera.
Si attestano particolari usanze in tutte le nostre regioni italiane, riferite a questo "periodo di contatto" tra mondo dei morti e mondo dei vivi, strettamente connesse alle pratiche agricole ma anche alla quotidiana convivialità. Diffusi dappertutto erano ad esempio i riti di accoglienza per i defunti (come lasciare loro sul tavolo della cucina - o sotto - un pò di cibo o acqua, o rifare i letti appositamente per loro), ma anche simboli legati alle anime vaganti: le zucche intagliate e illuminate, ben prima che arrivassero dall'America, erano presenti anche qui nell'Italia contadina. Lo sapevate? Molto comuni erano pure le questue rituali, effettuate fin da allora (prima dell'attuale "dolcetto o scherzetto") dai bambini, poichè considerati in grado di comunicare con il mondo dell'Aldilà.

Fonte della foto: QUI

Zucche intagliate, fotografate ad una sagra della zucca ad Ostellato (FE)

Alla base della ritualità diffusa in tutta Italia tra il 31 ottobre e l'11 novembre stava insomma il forte legame tra morte e vita, pregnante e suggestivo già di suo, che trovava nei cicli naturali e agricoli la sua manifestazione più potente e continua. E' davvero affascinante leggere le varie "declinazioni" regionali di questa idea di fondo. Dal punto di vista del folklore, il libro di Baldini e Bellosi è infatti ricchissimo di notizie e dettagli sulle diverse tradizioni, gli usi, i costumi, i detti popolari ma anche i cibi preparati tra fine ottobre e San Martino. Molto prima dell'Halloween americana, qui in Italia avevamo una solida tradizione tra riti, atmosfere tipiche e sapori, sempre legati ai prodotti della terra (zucca, castagne, vino) ma anche dolci che richiamavano il mondo dell'Aldilà, come le "fave dei morti", da prepararsi vicino alla Commemorazione dei defunti. La stessa tradizione era diffusa in Europa: ad esempio ho potuto assaggiare, da un'amica spagnola, i dolcetti "huesos de santo" (ossa del Santo), preparati in occasione del 1 novembre.

Le fave dei morti di Perugia. Fonte foto: Wikipedia
Oggi come oggi molte di queste tradizioni stanno venendo dimenticate e soppiantate da quelle dell'Halloween più "standardizzata": un carnevale a tinte cimiteriali, i cui contenuti più suggestivi e significativi di solito restano relegati a un "limbo" di generale inconsapevolezza.
Naturalmente su Halloween sono stati scritti fiumi e fiumi di inchiostro e ancora ne scriveranno, dal momento che questa ricorrenza si presta alle più svariate interpretazioni: dai ritrovi satanici alle allegre ed innocue mascherate. Per quel che mi riguarda, l'unica cosa che trovo sinceramente insopportabile è il proliferare di tanta paccottiglia di plastica, venduta a caro prezzo per un paio di settimane: ce n'è davvero bisogno? Il saggio di Baldini e Bellosi insegna proprio che non sono mai mancati i riti - italianissimi - legati al "ritorno dei morti", con atmosfere decisamente affascinanti che nulla avevano a che vedere con teschi di plastica fosforescenti e zucche a led. Riflettiamoci!
In ogni caso, al di là di come la si pensi su questa ricorrenza, trovo intelligente la posizione di Baldini e Bellosi che, di fronte al dilagare dell'Halloween-fenomeno consumista, hanno cercato di fare chiarezza sull'Halloween-tradizione, dandoci gli strumenti per leggere la nostra realtà in maniera più consapevole.

martedì 29 ottobre 2013

I gatti di zucchero di Barbara Perego... aspettando la Black Cat Parade!

Mentre su siti, blog e quotidiani on-line impazzano gli articoli dedicati ad Halloween, una festa su cui mi soffermerò presto a riflettere insieme a voi, oggi invece ho il piacere di mostrarvi i gatti di Barbara Perego, famosissima ed eccellente cake designer, in grado di dare vita a vere e proprie dolci sculture! Ed ecco a voi alcuni cupcake miciosi e un bellissimo "micio di Halloween"... Non sono creazioni deliziose, in tutti i sensi?

Cupcake di Barbara Perego. Fonte QUI
Micio di Halloween di Barbara Perego. Fonte QUI
Sarà proprio Barbara Perego una degli ospiti illustri attesi alla Black Cat Parade, la manifestazione a favore dei gatti neri: in particolare lei sarà presente domenica 3 novembre a Riccione, accompagnata dalle sue creazioni a tema Halloween e creando appositamente per i visitatori alcuni dolcetti a forma di gatto. Ecco Barbara attorniata dalle sue "spaventose" delizie... ma se andate sul suo sito internet potrete ammirare anche una torta dedicata uno dei film migliori di sempre: "Dracula di Bram Stoker" diretto da Francis Ford Coppola, un capolavoro che oltrepassa il genere orrorifico e tocca vertici di poesia e romanticismo unici.

Barbara Perego. Fonte QUI
Avete iscritto il vostro micio nero agli eventi della Black Cat Parade, per sfatare il pregiudizio e le superstizioni contro i nostri panterini? Vi ricordo che farò parte, in qualità di pet-blogger, della giuria che decreterà il vincitore del Gattoraduno del 2 novembre, a Italia in Miniatura. Insieme a me ci saranno in giuria: la speaker radiofonica di Radio Icaro Rubicone Veronica Giannini (presidente di giuria), Maria Pia Travagli di Rimini Aquarium Zoo e Laura Metalli, responsabile del sito Pethotels.it. Per iscriversi gratuitamente con il proprio felino nero alla manifestazione, ecco il link
C'è da lanciare, tutti insieme, l'importante messaggio che il gatto nero è una creatura elegante e bellissima, che non ha niente a che fare con ignoranti superstizioni che l'hanno descritto, per secoli, come porta-sfortuna.

sabato 26 ottobre 2013

Incontrando una mantide religiosa

E' un tiepido pomeriggio d'ottobre, il momento della giornata in cui la luce si fa più dolce, le ombre si stemperano, morbide, nella campagna dipinta dalla stagione di arancio, rosso e brunito. Una placida brezza, ancora sorprendentemente mite, rievoca quasi una parentesi estiva: giusto il tempo di quell'ora incantata, a metà del pomeriggio. Sono appena tornata a casa, dopo una settimana insolitamente piacevole: leggero il cuore, la testa libera di vagare sui capricci della brezza autunnale, lo sguardo va a cogliere e raccogliere ogni scintilla di luce scappata dalle fronde colorate, nella loro danza autunnale. 
Sto per entrare in casa, quando i miei occhi si fermano su un preciso dettaglio, verde, assolutamente fuori posto. 


E' una foglia striminzita, ma così verde, posata sulla scatola delle mie scarpe nel grande magazzino polveroso e grigio. Una foglia troppo verde, troppo bella, troppo viva: una mantide religiosa. 
E' come stropicciata, le zampette avvolte da diversi fili di ragnatela: si coglie che è avvilita. Una posizione così poco dignitosa non si addice, a Lei, splendida quanto letale predatrice di altri insetti, piccolo gioiello della Natura, profeta* del regno invertebrato. Forse è stata la mia gatta a portarla in magazzino, magari trasportandola tra le fauci delicatamente socchiuse, umiliando il regale portamento della mantide, che poi si è rifugiata tra le scatole da scarpe. Bisogna rimediare! Prendo la scatola e la porto fuori, nell'accogliente luce pomeridiana. La accosto a una grande foglia di Ficus Elastica - è la mia offerta di pace - e attendo, speranzosa, che la proposta alletti la mantide. Senza troppi indugi, ma con nobile calma, la nostra amica conquista la foglia. 


La osservo, mi osserva. Sembra davvero guardarmi, con quel capo triangolare e occhiuto, che muove con fare alieno ma, allo stesso tempo, così universalmente famigliare. Mi vede, forse ha paura di me?, penso, vedendola stare rigida per qualche istante. Credo quasi di cogliere la sua tensione nei miei confronti. 
Ma è un attimo, forse la mantide ha colto a sua volta la mia inoffensività, perchè inizia a muovere il capo e le taglienti mandibole, pulendosi le zampette e le lunghe antenne con calma, cura e assennatezza. Mi ricorda tremendamente un gatto: la stessa dedizione, lo stesso criterio, quasi gli stessi movimenti, mentre si passa le zampe raptatorie dietro il capo, come fanno i felini per pulirsi le orecchie.
Sorrido, penso che è incredibile come le creature viventi siano così diverse e così simili. Il tempo di scattare qualche foto alla mantide, che ha già recuperato il suo fiero aspetto e si è pulita dai fili di ragnatela, e capisco che è il momento di entrare davvero in casa, lasciando l'insetto alla sua vita, io tornando alla mia.
Il pomeriggio, rimasto sospeso per quei minuti di incontro straordinario, può proseguire, e il sole inizia a diventare sempre più grande, avviandosi verso l'Ovest.

*Il nome mantide deriva dal greco mantis, cioè profeta, per la sua tipica posizione delle zampette, come in raccoglimento religioso.


Ho voluto raccontarvi del mio incontro con questa mantide religiosa perchè mi ha delicatamente emozionata, come solo questi eventi sanno fare... nella speranza di trasmettere anche a tutti voi lettori la meraviglia di un insetto, compiuto capolavoro della Natura, come la mantide religiosa. Credo sia tra gli invertebrati più belli e affascinanti in assoluto, molto conosciuto per le sue abilità predatorie nei confronti degli altri insetti, ma anche per il cannibalismo post-nuziale della femmina nei confronti del maschio. La mantide femmina infatti, dopo l'accoppiamento, divora il compagno: si tratta di una vera e propria necessità, per soddisfare un aumentato bisogno di proteine per la produzione delle uova. Le mantidi vengono anche allevate, segno dell'inconfutabile fascino che esercitano da sempre su noi uomini; interessante è notare che, quando la femmina è ben nutrita (come in cattività) e quindi non necessita di un surplus di proteine, dopo l'accoppiamento può risparmiare il maschio. In natura non esiste crudeltà gratuita: tutto risponde a necessità biologiche!


Quella che ho incontrato è la comune mantide europea, ma ne esistono tanti altri tipi: alcune sono belle come orchidee, altre talmente mimetiche da sembrare vere foglie o rametti. La mantide, se si sente in pericolo, assume un altro comportamento che ricorda quello del gatto: "l'atteggiamento terrifico", ovvero aumenta le sue dimensioni aprendo le ali, simulando di essere molto più grande di quanto non sia. Pare che oltre a questo "gonfiarsi", la mantide minacciata emetta anche una sorta di soffio, "fff fff": davvero come un gatto! Questi due animali hanno più somiglianze di quanto avrei mai pensato. Una mantide in "atteggiamento terrifico", che forse dovrebbe spaventare i predatori, a me sembra solo ancora più bella!

Immagine da web, tratta da QUI (interessante forum sulla mantide, tra l'altro)
Per chiudere questo post, che spero vi sia piaciuto tanto più se non amate gli insetti, vi lascio un breve video di Geo&Geo dedicato alla mantide religiosa, dove potrete vedere alcuni esemplari davvero molto belli, non italiani:


A molta gente gli insetti suscitano fastidio o addirittura ribrezzo, mentre altre persone - come me - trovano affascinanti queste incredibili creature, che rendono vivo ogni angolo del nostro giardino. Quella che vi ho raccontato è una storia per tutti - amanti o no degli insetti - perchè anche negli incontri imprevisti tra due specie viventi che non hanno nulla a che fare l'una con l'altra, si ritrova la meraviglia della vita.

mercoledì 23 ottobre 2013

"Il bassotto e la Regina" di Melania Mazzucco

La lettura che vi propongo oggi è "Il bassotto e la Regina" di Melania Mazzucco, favola dal "sapore esopeo" che ha per protagonisti animali e uomini impegnati nel vivere le loro rispettive vite che, di tanto in tanto, si intrecciano le une con le altre. I personaggi animali sono principalmente cani: Platone il bassotto dal cuore puro, pronto a sacrificarsi per gli altri; Regina la levriera afghana, bellissima e fiera che così poco sa della vita; Tyson e Monzón i pitbull, educati ad essere aggressivi verso il mondo e fedeli al loro padrone, traditi infine proprio da quest'ultimo. La voce narrante è affidata ad un arguto pappagallo, che tutto osserva con occhio critico e intelligente; mentre una tartaruga leopardo, chiamata Leo, impersona una presenza saggia e onnipresente, a metà tra la voce della coscienza e una sorta di angelo custode, che interviene solo quando i personaggi hanno compiuto il loro percorso. Il racconto è imperniato sull'amore del bassotto Platone per la splendida - ma altezzosa e sfuggente - Regina, la quale si ritrova suo malgrado ad essere oggetto di traffico illegale di animali: da questa situazione di partenza, la storia si dipanerà attraverso varie vicende, chiudendosi in un lieto fine che onestamente non è scontato.


I personaggi umani vengono dipinti con poche ma essenziali pennellate: il padrone del bassotto è Yuri, studente di filosofia che, al di là di ogni teoria libresca studiata tra le mura del suo piccolo appartamento, solo quando conosce Ada, innamorandosene, si impegnerà davvero a costruire la propria vita. Poi c'è "Il Tatuato", padrone dei pitbull e commerciante illegale di animali, che si renderà conto della brutalità delle proprie scelte solo dopo averne commesse troppe.
Si tratta di una storia solo apparentemente favolistica, per nulla infantile e capace di parlare ad ognuno di noi, perchè non solo ritroviamo tanta (cattiva) umanità nel Tatuato, ma anche nella "prima" Regina, che guarda più all'apparenza che alla sostanza delle cose, si pone con un'ingenuità presuntuosa rispetto alla vita e ne pagherà le conseguenze. I personaggi più puri sono Yuri e Ada, giovane coppia alla prese con le difficoltà della vita, ma soprattutto Platone, capace di amare con una generosità fuori dal comune e per questo in grado di uscire pulito da ogni situazione, anche quelle più difficili. E' una "favola di formazione", se così si può dire, perchè tutti i personaggi compiono un proprio percorso, fatto di scelte grandi e piccole, ma soprattutto di presa di consapevolezza verso ciò che è giusto e sbagliato. E la tartaruga Leo che, come dicevo prima, è insieme voce della coscienza e angelo custode, non a caso interviene solo quando le scelte buone sono già state prese, nell'intimità del proprio cuore. Per la serie: non aspettiamoci il bene, se prima non siamo noi a sceglierlo e perseguirlo. Arricchiscono questa bella favola, che tanto può dirci sulla realtà, le illustrazioni di Alessandro Sanna.

venerdì 18 ottobre 2013

Black Cat parade: vi aspetto a Italia in Miniatura con i vostri mici neri!

Panterini e panterine di tutta Italia, unitevi: è il vostro momento! Nel weekend di Halloween, tutti i vostri gatti neri sono attesissimi alle iniziative in programma per la "Black Cat Parade", una serie di eventi pro-gatto nero promossi da Pethotels e Italia in Miniatura. Il fine è uno solo: sfatare il pregiudizio che ancora vede il micio nero come portatore di sfortuna... e quale miglior modo per farlo, se non rendere protagonisti proprio i vostri gatti? Ecco quindi in programma un Gattoraduno a premi per soli gatti neri, un premio Eleganza e un premio Stregatto: la partecipazione è gratuita e riservata ai panterini o ai mici che abbiano il manto nero per almeno il 90%. Io in particolare vi aspetto al Gattoraduno, dal momento che farò parte della giuria!


Ecco nel dettaglio le iniziative aperte ai vostri mici, nell'ambito della Black Cat Parade:
- il Gattoraduno a premi di sabato 2 novembre a Italia in Miniatura, ore 15.00: mostra felina aperta a tutti i panterini e ai loro amici umani. Una giuria di qualità, di cui faccio parte, valuterà la coppia micio-umano migliore: il premio per il vincitore del Gattoraduno sarà un soggiorno a Cortina per due persone (con la possibilità di portare il proprio gatto) in un bellissimo hotel pet friendly 4 stelle.
-  Il premio Eleganza, come dice il nome, verrà assegnato, sempre attraverso una giuria qualificata, al gatto più elegante tra quelli in gara.
- Il premio Stregatto invece verrà estratto a sorte tra tutte le coppie gatto/padrone che decideranno di farsi una foto a tema Halloween. Verrà allestito un Photo Corner "stregato" in viale Ceccarini, a Riccione, dove chi arriva con il proprio micione nero potrà farsi una bella foto ricordo della giornata.

 
L'assegnazione di tutti e tre i premi è prevista per domenica 3 novembre a Riccione, a partire dalle 15.30.

Come iscrivere il vostro micio nero e voi a una, due o tutte e tre competizioni della Black Cat Parade? Potete farlo compilando questo modulo on-line. Ricordo che la partecipazione è gratuita, così come sarà gratuito l'ingresso a Italia in Miniatura per ogni coppia micio-padrone. E' necessario portare con sé il libretto sanitario aggiornato con le vaccinazioni.


La Black Cat Parade, per sfatare ogni superstizione contro il micio nero, è promossa da Italia In Miniatura, il famoso parco tematico costituito da oltre 270 meraviglie architettoniche italiane ed europee, minuziosamente riprodotte in scala, e da Pethotels, il sito nazionale dedicato a coloro che viaggiano in compagnia di animali domestici, ricco di informazioni con news, eventi e mostre. Quest'iniziativa si inserisce nella più vasta manifestazione "Riccione Mi Strega" dedicata ad Halloween, dal 31 ottobre al 3 novembre prossimi, quando la città di Riccione "si vestirà" a tema tra zucche, ragnatele, streghette, fantasmi e molto altro ancora... per il divertimento dei giovani fino alle famiglie con bimbi.


Quindi mi raccomando, se il vostro micio nero ha un carattere socievole e mansueto ed è già abituato a viaggiare con voi... non fatevi sfuggire questa simpatica iniziativa!

 

Buon weekend a tutti voi e, naturalmente, evviva i gatti neri!

martedì 15 ottobre 2013

Gregory Berns: i cani si emozionano come gli esseri umani

Di pochi giorni fa è la notizia che conferma ciò che ciascun padrone di un cane sperimenta ogni giorno: il più fedele amico dell'uomo prova emozioni al pari dell'essere umano. Il dott. Gregory Berns, neuroeconomista all'Università Emory negli Stati Uniti, ha appunto condotto una ricerca volta a scoprire se e quanto il cervello canino rispondesse agli stimoli in modo analogo al cervello umano. Il risultato ha confermato che i cani si emozionano allo stesso modo degli umani, in particolar modo dei bambini. Non si tratta di una ricerca basata sull'osservazione del comportamento dei quadrupedi, bensì sull'attivazione di specifiche zone neurali di fronte agli stimoli di vario tipo. Per le sue ricerche, il dott. Berns ha infatti sottoposto a risonanza magnetica alcuni cani, tra cui la sua trovatella Callie: di fronte a determinati input, nel cervello canino si attivano zone analoghe a quelle che si attivano nel cervello dell'essere umano, specialmente in quello dei bambini. I risultati del dott. Berns sono stati pubblicati recentemente in questo libro: How Dogs Love Us (Come i cani ci amano).

Spero sia tradotto presto anche in italiano!
Potete anche vedere il video che vi mostra il dott. Berns, la sua equipe e i cani alle prese con le ricerche: a scanso di equivoci, per mostrarvi anche come i cani siano stati trattati con amore e rispetto. Grazie a queste ricerche si è scoperto che, ad esempio, muovendo le mani in un modo che il cane associa a carezze e eventi piacevoli, si attiva una zona cerebrale chiamata "nucleo caudale", la stessa che si attiva negli uomini nel momento in cui proviamo gioia e piacere. Vi lascio i link per leggere l'articolo originale sul New York Times oppure questo approfondimento in italiano "Anche i cani sono persone?", che ho trovato ben dettagliato anche su come si è svolta la ricerca.
E per chiudere questo post, vi lascio un video azzeccatissimo, che gira da un pò sulla rete e ha già fatto "impazzire" tante persone... cagnolini che si addormentano, appunto, proprio come bambini grazie a una ninna-nanna:


I cuccioli sono sempre fonte di grande tenerezza, ma in questo caso è impareggiabile vedere questi cagnolini addormentarsi solo grazie a una ninna-nanna... E' l'ennesima ed ulteriore conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che tra esseri umani ed animali c'è un confine molto più labile di quanto spesso ammettiamo.

venerdì 11 ottobre 2013

Una stagione: l'autunno (2013 - 1)

Accompagnati dal vento freddo del nord, magari proprio volando sulla sua "scia", sono tornati i pettirossi: avvistarli di nuovo sotto l'alloro, così da un giorno all'altro, mi ha tolto ogni dubbio... più della pioggia battente e dei cieli plumbei, più dei campi di mais mietuti, più dell'arrossarsi dei melograni, più delle sfumature dei frutteti, più del raffreddore... è stato il ritorno dei pettirossi a farmi capire che la stagione fredda è davvero iniziata.



E mentre le foglie degli alberi e le bacche invernali iniziano a colorarsi, le piante infestanti estive hanno finito il loro ciclo e si seccano, preparandosi a liberare a terra i semi tenaci... 

Una volta seccati, sarebbero adatti da rendere dorati e usare come decori natalizi!
E anche se la Natura si avvia al riposo, per il momento è ancora stagione di abbondanti raccolti:  in questi giorni i meli sono infatti carichi di frutti, e i contadini vociano tra i frutteti tutta la giornata, raccogliendo casse su casse di mele, da vendere per l'inverno. 



Un'altra attività contadina, intanto, si svolge tra i campi: si "spigola" il mais, raccogliendo tra i residui secchi del granoturco le pannocchie sfuggite dalle macchine agricole. Paciocca "spigola" il mais a modo suo... alla ricerca di topi, più che di pannocchie!


Topi in vista?
Dopo un settembre sfavillante, con giornate dal clima mite e un sole meraviglioso, ottobre ci ha letteralmente catapultati in autunno. E il meteo ci prepara a un nuovo peggioramento nelle prossime ore, con addirittura l'arrivo di aria artica e clima invernale al nord Italia... che dire? 

Una piccola battuta per gli appassionati, come me, di Game of Thrones...
Considerato questo, come potete vedere Paciocca è già (ehm...) vistosamente pasciuta: da diverse settimane il suo appetito infatti è nettamente aumentato, segno che il freddo imperverserà a lungo. Prepariamoci dunque e... buon autunno a tutti!

lunedì 7 ottobre 2013

La storia vera della lupa Lilith, restituita alla libertà

E' di pochi giorni fa questa bellissima notizia: la lupa Lilith, dopo diversi mesi di cure e di riabilitazione presso il Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica – Monte Adone (in provincia di Bologna), si è ristabilita completamente ed è stata restituita alla libertà dei suoi boschi! La lupa era stata trovata, nel giugno scorso, quasi in fin di vita nel recinto delle pecore di un agriturismo bolognese... i coscienziosi proprietari, dopo essersi resi conto che la povera lupa era in seria difficoltà, hanno chiamato la polizia provinciale che li ha messi in contatto con il Centro Tutela. Lilith è quindi stata catturata e, sottoposta ai primi esami, è stato chiaro quanto gravi fossero le sue condizioni: anemica, infestata da zecche, con vertebre schiacciate, alcune recenti fratture al bacino (probabili "ricordi" di un incidente stradale) e perfino un pallino di piombo, segno di uno scampato rischio di bracconaggio da parte della povera lupa. Era l'inizio dell'estate 2013 e per lei iniziava un lungo periodo di alti e bassi, miglioramenti e gravi ricadute. Ma la forza della natura e la voglia di vivere si sono manifestate in Lilith fino a farle ritrovare completamente la forma, grazie alle costanti cure al Centro Tutela... finchè, pochi giorni fa, è stata una gioia poterla liberare, vederla correre di nuovo completamente libera, verso i suoi boschi.


In questi ultimi anni i lupi stanno fortunatamente ripopolando gli Appennini, ma resta sempre l'uomo il pericolo maggiore per questi animali. I lupi sono animali schivi ed elusivi nei confronti dell'uomo e della civilità, nonostante alcuni esemplari talvolta si avvicinino alle zone antropizzate: qui, inevitabilmente, sono maggiormente a rischio di incidenti stradali, bracconaggio o avvelenamento. Fa sorridere, per fortuna, pensare che nel caso di Lilith i primi "soccorritori" sono stati proprio i gestori dell'agriturismo, proprietari delle pecore: per una volta, il predatore era inoffensivo e vulnerabile, mentre il pastore, suo acerrimo "nemico", non ha esitato ad attivarsi per salvarla. Potete leggere tutta la storia di Lilith sulla pagina dedicata del Centro Tutela di Monte Adone, dove sono attivi diversi progetti di tutela e ricerca verso gli esotici e i selvatici, tra cui anche il "Progetto Lupo". 
Immancabile, per concludere questo post, il video (sempre del Centro Tutela) che riassume la storia di Lilith, dal suo ritrovamento alla sua liberazione: commovente e toccante, davvero non c'è cosa più bella vedere questo lupo correre di nuovo verso la libertà.


Tra i vari animali, il lupo è uno di quelli che da sempre mi affascina di più: è l'emblema della libertà e del selvaggio, ma anche della fedeltà verso i propri simili (i lupi sono "monogami" e formano coppie per la vita, inseriti in una forte gerarchia all'interno del branco)... e sono animali fortemente sociali, proprio come noi. Speriamo che l'ostilità e la diffidenza verso questo meraviglioso animale - derivanti da centinaia di anni di non sempre felice convivenza uomo-lupo - possa oggi lasciare spazio ad altri sentimenti: rispetto e attenzione in primis. E a proposito di lupi e uomini, ricordiamoci che il male vero, quello consapevole e per questo punibile, non arriva mai dagli animali. Anche se l'umanità è uscita dal cosiddetto "stato di natura", credo che purtroppo non ci siamo ancora allontanati abbastanza da quello che diceva Hobbes... homo homini lupus: "l'uomo è un lupo per l'uomo". I lupi, come Lilith, lasciamoli vivere in pace nella loro libertà.

sabato 5 ottobre 2013

Tre anni di fusa!

E quasi non mi sembra vero ma... oggi Rumore di fusa compie tre anni! E' un importante traguardo da tagliare, sul quale sinceramente non avevo assolutamente puntato al momento dell'apertura di questo blog, e posso ringraziare soltanto voi che mi leggete, commentate e mi spronate nel continuare quest'avventura! Quindi davvero grazie, grazie, grazie di cuore!!

Immagine da web
In tre anni, Rumore di fusa ha superato le 145.000 visualizzazioni, i 3300 commenti e quasi 300 post! Sono numeri che mi danno molta soddisfazione ma soprattutto mi spingono a trovare argomenti sempre nuovi e (spero) interessanti da sottoporre a voi fedeli lettori, ma anche a chi passa di qui solo per caso, cercando informazioni utili sul proprio felino domestico, su altri animali o sulle meraviglie della natura. 
Qualche curiosità sui post più letti di questo blog:
  1. Al primo posto (quasi 5000 visualizzazioni) si piazza un argomento piuttosto disgustoso, ma dagli indubbi risvolti pratici e - pertanto - sono felice di averlo scritto, per tutti coloro che si trovano alle prese con... i vermi dei gatti!
  2. Al secondo posto (4000 visualizzazioni) uno dei post più "ispirati" che credo di avere scritto... ha suscitato tanta curiosità, segno che la natura resta sempre fonte di meraviglia ed interesse: il canto delle cicale.
  3. Al terzo posto (3000 visualizzazioni) un altro post che sono davvero felice che sia letto in modo così diffuso, sperando che possa servire nei momenti "critici" a chi si trova alle prese con uno di questi animaletti in difficoltà: parlo del riccio europeo e delle informazioni per soccorrerlo al meglio nelle emergenze.
Credo che questo "podio" sia indicativo delle diverse "anime" del mio blog: non solo utilità pratica per i nostri amici animali, gatti in primis, ma anche voglia di condividere, riflettere e ammirare le meraviglie della natura. Tre anni fa, quando ho pubblicato il primo post, ero del tutto ignara degli sviluppi che avrebbe avuto Rumore di fusa e per questo vi sono davvero grata! Sono i lettori di un blog che motivano l'esistenza dello stesso e quindi i miei "tre anni di fusa" sono tutti per voi! 
GRAZIE DI CUORE!!!