lunedì 23 marzo 2015

Una stagione: la primavera (2015 - 1)

Dall'ultima volta, torno a pubblicare che è già primavera! Con lo scorso venerdì, un equinozio che è stato particolarmente affascinante per l'eclissi di sole che abbiamo potuto ammirare in cielo, è iniziata infatti questa nuova stagione... l'albicocco è fiorito anche quest'anno e sono subito arrivate le api ad approfittarne, inaugurando a tutti gli effetti la rinascita della natura e dei suoi cicli. I prati si coprono di colori e profumi, grazie a margherite, tarassaci, viole, non ti scordar di me ed altri fiori spontanei... Le foto che oggi vi mostro documentano i primi passi di questa nuova stagione appena cominciata, talmente graduale ed equilibrata per temperature e manifestazioni naturali che sembra davvero "da manuale", come non se ne vedevano da tempo.




Questa primavera è arrivata in punta di piedi, intervallando miti giornate di sole a cupe piogge, mentre di notte le temperature hanno iniziato ad innalzarsi solo molto gradualmente. Basta ancora un soffio di vento più freddo per ricordarci che l'inverno è passato da giusto una manciata di giorni! Inoltre, mentre le magnolie, i frutteti e le forsizie sono già uno spettacolo di fioritura, le foglie degli alberi indugiano ancora, pronte ad esplodere nelle prossime settimane.  E, devo dire, è meglio così: apprezzo di più il passaggio graduale da stagione a stagione...


 


Paciocca è ancora molto dormigliona e passa gran parte della giornata sul divano, come faceva d'inverno... ma non appena esce in giardino si perde tra i rinnovati profumi, i voli industriosi di farfalle e api, il cinguettìo indaffarato degli uccelli che ora non hanno più come preoccupazione la sopravvivenza invernale, bensì la stagione degli amori e della riproduzione. Ogni giorno ammiro cince, merli, fringuelli... ed è tornata anche una bella coppia tubante di tortorelle.

 

 

Paciocca non si può far scappare tanto ben di Dio e si tuffa nell'erba, si arrampica sugli alberi, oppure si stende pacificamente per scaldarsi sotto i raggi del sole primaverile... beata lei che, in ogni stagione, si gode sempre la vita! E voi come state vivendo questo inizio di primavera?

mercoledì 11 marzo 2015

La giornata dell'indipendenza alimentare, Indepencence Day

Buongiorno a tutti! Oggi voglio parlarvi di un'iniziativa che mi sta molto a cuore e alla quale cercherò di partecipare attivamente: Independence Day, "la giornata dell'indipendenza alimentare". Ideata da Francesca, è diventato subito un progetto comune per tutti coloro che amano il nostro pianeta e vogliono mettere cura nelle scelte di ogni giorno, facendo attenzione anzitutto alla nostra alimentazione che dovrebbe essere il più possibile di stagione, locale e con un ridotto consumo di carne. Proprio per focalizzarci su queste tre caratteristiche, Francesca ci lancia una sfida: riuscire per un giorno intero a preparare e mangiare solo alimenti autoprodotti o di origine locale. Banditi i prodotti industriali o comunque del supermercato: per intenderci, io che vivo in Emilia Romagna non posso prepararmi un'insalata con pomodori provenienti dalla Campania. O ancora, ad esempio, per colazione i biscotti industriali sono vietati, mentre largo spazio è lasciato alla mia fantasia (e alle mie risorse) per preparare qualcosa con prodotti di origine locale. La giornata prescelta per mettere "in campo" questa sfida è il prossimo 31 maggio 2015: per il momento si tratta di aderire all'iniziativa e iniziare a organizzarci, pubblicizzando l'Independence Day sul nostro blog anche tramite il banner:


E il 31 maggio cosa accade?  La stagione ci sarà benevola, dandoci modo di trovare tanti prodotti di stagione nell'orto o al mercato contadino, ma è anche consentito acquistare alcuni alimenti nelle botteghe di paese... il resto, cari amici, sta a noi: per un giorno solo torniamo a vivere come vivevano i nostri nonni, senza poter contare sulle banane e sui polli arrosto sempre pronti del supermercato! L'idea è di documentare il corso della giornata (cosa abbiamo preparato, dove abbiamo comprato i prodotti, ecc.) pubblicando poi un post apposito. 
Credo che quest'iniziativa sia veramente meritevole e stimolante: è prima di tutto una "sfida" che ci smuove dalla pigrizia dell'acquisto presso gli ipermercati, dove spesso nella fretta e nell'indubbia "comodità" di trovare tutto e subito, incorriamo talvolta in scelte alimentari discutibili. Inoltre sono curiosa di mettermi alla prova: sarà davvero così difficile acquistare prodotti locali e impostare il menù di un'intera giornata cercando di autoprodurre tutto il cibo? Sono già consapevole che dovrò fare uno sforzo di creatività e di "ricognizione geografica" (cosa mi offre il territorio), ma so anche già che sarà l'occasione per imparare cose nuove e, magari, accorgermi che qualche prodotto che usualmente compro al supermercato, potrei trovarlo presso una catena di distribuzione più sostenibile. Insomma, si tratta soprattutto di valorizzare prodotti stagionali ed aziende locali, all'insegna delle regole d'oro del "carrello della spesa sostenibile".
Se l'impresa vi sembrasse troppo ardua, voglio tranquillizzarvi: andando a leggere il regolamento completo dell'Independence Day, scoprirete che non dovrete rinunciare a chissà cosa e ci sono tante alternative! Se vi siete incuriositi e volete partecipare, correte subito a leggere tutto, prelevate il banner e ... il 31 maggio tutti uniti nella giornata dell'indipendenza alimentare!

sabato 7 marzo 2015

Cani donatori di sangue: la prima banca dati in Italia

Nel mondo esistono già tempo iniziative per promuovere la donazione di sangue tra cani, ma in Italia non vi era nulla di questo tipo prima dello scorso autunno, quando è partito il meritevole progetto "Dog blood Donors" (cani donatori di sangue), con lo scopo di creare una prima banca dati di cani donatori. Il funzionamento è molto semplice e su base volontaria: i proprietari di cani che intendono aderire all'iniziativa, devono iscrivere il proprio cane sul sito Dog Blood Donors. All'iscrizione, che è completamente gratuita, farà quindi seguito un primo prelievo di sangue affinchè questo venga analizzato e inserito nella banca dati: si può portare il proprio cane in una delle strutture veterinarie già abilitate, oppure dal proprio medico veterinario (che potrà iscriversi alla banca dati se non lo avesse ancora fatto). Compiere questo gesto significa inserire il proprio cane in una rete di donatori in grado di salvare la vita ad altri cani. 
La banca dati è infatti fruibile da tutti i veterinari iscritti e, in caso di bisogno di trasfusione per un cane malato, si viene invitati a portare il proprio cane donatore per il prelievo. Non vi è obbligo di rispondere positivamente al prelievo, qualora per qualche motivo non si fosse disponibili: naturalmente però lo scopo di questa banca dati è creare una solida rete di solidarietà tra veterinari, proprietari e cani, sani e malati. 

La prima cagnolina iscritta a Dog Blood Donors
Per maggiori informazioni sul funzionamento della procedura di iscrizione e di donazione, vi rimando a questa pagina. Esistono naturalmente dei requisiti ben specifici che devono possedere i cani candidati alla donazione, per non mettere a repentaglio la loro salute. In particolare, un cane può diventare donatore se...


La banca dati Dog blood Donors è finanziata dal fondo solidale permanente di Almo Nature “Almore Fund”, con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) e della Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani (FNOVI).
Per concludere questo post vi rimando a un servizio di Geo&Geo andato in onda lo scorso 20 febbraio, dove il medico veterinario Benedetta Giannini, responsabile del progetto Dog Blood Donors, racconta dell'iniziativa con una "testimonial canina" salvata proprio grazie ad una donazione di sangue. Che ne dite, avete un cagnolone che potrebbe diventare donatore?

lunedì 2 marzo 2015

L'impatto ambientale dei nostri animali domestici

Recentemente mi è capitato di leggere una notizia interessante che mi ha fatto parecchio pensare. Ve la ripropongo: "Assieme alla popolazione umana, cresce anche il numero di animali domestici, e aumenta di conseguenza il loro impatto sull'ambiente. Negli Stati Uniti ci sono 61 milioni di cani e 76,5 milioni di gatti, (...) in Italia 7 milioni di cani e circa altrettanti gatti. In Cina, il numero di cani, circa 23 milioni, sta crescendo tanto rapidamente che a Shanghai, anche in seguito a problemi di randagismo, è stata adottata una one pet policy (un provvedimento che prescrive il divieto di tenere più di un animale per famiglia). (...) Un cane di grossa taglia ha un'impronta ecologica di 0,36 gha, un cane di piccola taglia di 0,18 gha e un gatto di 0,13 gha; a questo proposito è opportuno ricordare, per confronto, che l'impronta ecologica di una persona in Bangladesh è di 0,6 gha, inferiore a quella di due cani, e che l'impatto ambientale dell'alimentazione per gli animali domestici negli Stati Uniti è maggiore di quello che hanno congiuntamente le popolazioni di Cuba e Haiti" (V. Balzani, M. Venturi, Energia, risorse e ambiente, Zanichelli 2014).


L'impronta ecologica (misurata in gha, "ettari globali") informa della porzione di pianeta terra indispensabile per la produzione di risorse consumate e l'assorbimento dei rifiuti prodotti seguendo un certo stile di vita. Nel calcolare l'impronta ecologica dei nostri amici animali si tiene conto non solo del loro consumo alimentare, ma anche delle risorse impiegate per l'abbigliamento (ad esempio i "cappottini" per cani), i giocattoli, la toelettatura e le spese veterinarie. I dati sopra riportati sono piuttosto eclatanti: due cani di grossa taglia "consumano" più risorse di un bengalese. Trovo sterile e irragionevole impostare la questione nei termini di: "dovremmo utilizzare le risorse impiegate per sfamare i nostri animali domestici per risolvere la fame nel mondo", ma è doverosa comunque una riflessione. 


Ad esempio, potremmo iniziare a chiederci quanti giochini, cappottini e altri accessori di dubbia utilità siano davvero indispensabili al nostro animale. Potremmo informarci, se abbiamo un gatto, in merito alle lettiere sostenibili. Potremmo anche valutare meglio la quantità di cibo che offriamo quotidianamente ai nostri amati animali domestici: purtroppo non è un mistero che il tasso di obesità in continuo aumento tra la popolazione umana occidentale, è un problema che sta iniziando ad affliggere anche cani e gatti. E naturalmente, di pari passo a scelte più oculate nella cura e nel mantenimento dei nostri animali, dovrebbe avere luogo un'inflessibile lotta alla riproduzione indiscriminata di cani e gatti. Proporre una "one pet policy" ovunque sarebbe sbagliato, soprattutto quando ci sono canili e gattili sovraffollati, pieni di animali che aspettano solo di trovare una famiglia... ma praticare invece una policy mirata alla sterilizzazione diffusa di cani e gatti e soprattutto di adozione solo e soltanto dai rifugi di animali abbandonati, sarebbe prima di tutto un grande esempio di civiltà. Oltre che un passo verso una maggior sostenibilità dei nostri animali domestici.