domenica 31 maggio 2015

Il mio menù per l'independence day!

Buon giorno dell'Independence Day a tutti! Arriviamo al culmine di questa bella iniziativa che ci ha portato a riflettere con curiosità e creatività sulla nostra alimentazione, sul nostro modo di fare la spesa e sulle nostre scelte come consumatori. Durante questo mese vi ho parlato in particolare di uova biologiche e di mercati contadini, ma già in passato avevo affrontato il tema della spesa consapevole per un'alimentazione sostenibile. Le regole dell'Independence Day erano semplici e chiare: produrre per tutta una giornata il proprio cibo, prediligendo i prodotti locali, biologici e di stagione, acquistati rigorosamente al di fuori delle grandi catene e dei supermercati.
Vi dirò, nell'ideare il menù di oggi ho cercato di essere il più ferrea possibile: dopo alcuni dubbi iniziali, sono partita in quarta per cercare con entusiasmo delle alternative. Ed è stato molto più facile e divertente di quanto immaginassi! Se però devo considerare le necessità e i compromessi per un'intera settimana di pasti, ahimè devo ammettere di essere dipendente da tanti prodotti che trovo solo al supermercato e che non sono per nulla locali: ad esempio il caffè, ma anche il cacao, così come molte altre merci che arrivano (quanto meno) da altre regioni italiane. Qual è però il punto?

Fragole fresche di un'azienda agricola a pochi km da casa mia
E' chiaro che per chi lavora fuori casa e ha vincoli di orario obbligati, nonchè impegni fissi quotidiani, è improponibile avere il tempo e la disponibilità per curare per tutta la settimana un menù di questo tipo: il supermercato, volenti o nolenti, è salvifico per tante persone che dopo 8 ore di lavoro in ufficio devono anche mettere in tavola la cena. Ma il merito di questa iniziativa non è infatti lo svincolarci in tutto e per tutto dai supermercati, quanto piuttosto promuovere una diversa consapevolezza come consumatori, che va coltivata e praticata giorno per giorno. Quindi ben vengano anche i supermercati, nei quali si possono comunque esercitare scelte responsabili, ma ancora meglio è essere informati delle alternative presenti sul nostro territorio, per poterle (e volerle) cogliere ogni qualvolta se ne presenti l'occasione. Una passeggiata in piazza nel weekend può ad esempio diventare il momento giusto per rifornirsi di prodotti di stagione ai mercati contadini e spesso non occorre andare troppo distanti da casa propria per acquistare specialità locali e genuine, che siano formaggi, carni o uova. Qual è dunque la morale? La morale è saperlo: sapere che esistono le alternative e che, se chiaramente non si può rivoluzionare il proprio stile di vita in un solo giorno, si può iniziare passo passo. Iniziamo dunque... e iniziamo con il mio menù di oggi!


Per colazione vi propongo una semplicissima ma deliziosa torta soffice alla marmellata casalinga, seguendo la ricetta tramandata dalla mia bisnonna fino a me. Le regole di Francesca imponevano che non si usasse zucchero di canna: so che la mia bisnonna usava lo zucchero semolato normale (che ho indicato nella ricetta originale), ma per l'Independence Day potete tranquillamente sostituirlo con zucchero di canna. Insieme alla torta, un pò di frutta di stagione e un bicchiere di latte di bufala, dell'allevamento vicino a casa mia.

Torta soffice alla marmellata di prugne (tutto casalingo)
Per pranzo un grande classico: "risi e bisi"! I piselli maturano nell'orto proprio in queste settimane e, se non può mancare la tentazione di mangiarli crudi e dolcissimi appena staccati dalla pianta, un altro buon modo per rendere loro giustizia è preparare questo risotto. Il riso da me scelto è il Carnaroli IGP del Delta del Po, prodotto-vanto locale che ho acquistato ad uno dei tanti mercati contadini di Ferrara.

Ricetta:
- 500 g di piselli freschi
- olio extravergine d'oliva q.b.
- sale q.b.
- 1 cipolla piccola
- vino bianco q.b.
- 400 g di riso Carnaroli
- 1 litro di brodo vegetale bollente

In una casseruola fate soffriggere con poco olio metà della cipolla tritata finemente, poi aggiungete i piselli, un pizzico di sale e un goccio d'acqua, sufficiente ad avviare la cottura dei legumi. Dopo circa 15 minuti di cottura dei piselli, prendete un'altra casseruola (per il risotto vero e proprio) e fatevi soffriggere l'altra metà cipolla, aggiungetevi quindi il risotto che deve tostare leggermente ed infine versatevi un abbondante goccio di vino bianco, facendolo sfumare. A questo punto aggiungete il brodo bollente e i piselli, che dovranno terminare la cottura insieme al riso: mescolate spesso, finchè il risotto non è cotto e il brodo completamente assorbito.

Riso IGP del Delta del Po e piselli freschi
Come secondo, un pezzetto di formaggio di bufala del suddetto allevamento, accompagnato da pane nero ai sette cereali, fatto in casa, e zucchine aromatizzate all'aglio. E per finire, fragole fresche mature al punto giusto, comprate in un'azienda agricola a pochi km da casa mia!

Pane nero ai sette cereali, fatto in casa
La cena è leggera, veloce e frugale: la mia mitica salviata, una frittata con foglie di salvia del mio giardino di erbe aromatiche, con uova biologiche sempre provenienti da un allevamento vicinissimo a dove abito. Il problema maggiore me l'ha posto l'utilizzo del parmigiano, a cui non ho potuto rinunciare e proveniva - lo ammetto - dal supermercato. Questa frittata molto profumata può essere accompagnata ancora dal pane nero fatto in casa e da asparagi lessati, anch'essi comprati sulle bancarelle degli agricoltori della mia campagna.

La salviata (mia foto "di repertorio"!)
Come frutta, per me immancabile a fine pasto, ancora fragole e le prime ciliegie: sono tra le meraviglie di maggio e non mi stancherei mai di mangiarne. A questo menù manca un dolce "serio": purtroppo non ho fatto in tempo a pensarlo e a realizzarlo in modo adeguato...  se volete qualche spunto di dolci fatti in casa potete visitare il mio blog Pasticceria portami via!, ma tante dolcezze che preparo non sono necessariamente "a basso impatto ambientale", anzi tra cioccolata, cacao, caffè e creme varie, non credo che possano rientrare a buon diritto in un'alimentazione frugale e semplice... questo, in aggiunta alla buona norma di limitare gli zuccheri e i grassi nella propria dieta, potrebbe essere un'ottima ragione per prepararli meno frequentemente.
In ogni caso eccovi proposto il mio menù per questo Independence Day, ringrazio ancora Francesca per aver ideato questa bella iniziativa!
E concludo con una riflessione: oggi è una sola giornata, ma potrebbe essere la prima di tante altre, disseminate nel corso dell'anno, quando si può e quando se ne ha l'occasione... per diventare consumatori seriamente più "indipendenti": non solo a lato pratico, ma prima di tutto a livello ideologico, perchè si è liberi davvero solo quando si è in grado di fare scelte consapevoli.

mercoledì 27 maggio 2015

Quattro passi al mercato contadino...

Guardare al proprio territorio con occhi diversi, più attenti alle opportunità uniche che offre e alla ricerca di prodotti locali della mia meravigliosa campagna: questo è uno dei grandi meriti dell'Independence Day, ottima iniziativa che si propone di valorizzare l'alimentazione consapevole, nonchè i prodotti locali e di stagione, cercando di preparare per un giorno un menù il più possibile sostenibile e a km 0. Aderisco con entusiasmo a quest'iniziativa e vi aspetto tutti il 31 maggio qui sul blog per scoprire quali ricette preparerò, da colazione a cena... ma oggi vi porto con me ai tanti e ricchi mercati contadini di Ferrara, che si svolgono con cadenza settimanale o bimensile nella mia città. Qui, tra le bancarelle, si respira un'aria speciale: oltre al rapporto di fiducia tra produttore-consumatore e all'indubbia qualità dei prodotti (spesso si possono anche fare assaggi, tra fragole, mieli e tocchetti di formaggio), i colori e i profumi inimitabili rendono palese quanto l'uomo con le proprie mani, il proprio impegno e la propria passione professionale, possa ricavare dalla terra... qualcosa di prezioso e unico, di tipico e di genuino che va ben oltre la spesa frenetica e spesso impersonale che si fa nei grandi supermercati.

Mercato delle Erbe, uno dei tanti mercatini di Ferrara. Foto da web, QUI
Abitando in campagna, per me è usuale rifornirmi di frutta e verdura dai contadini che vendono sulla strada i prodotti della loro azienda agricola... ma non tutto si trova: a pochi km da casa mia riesco ad acquistare frutta e verdura, uova e ottimi formaggi di bufala. Mi sono posta il problema di rintracciare anche ulteriori prodotti, come farina e riso IGP del Delta del Po, tipico della mia provincia, che volevo proprio sfruttare per l'Independence Day. E così, complice qualche mattinata libera, mi sono fatta un giretto, scoprendo che si può acquistare di tutto ai mercati contadini di Ferrara: non solo prodotti ortofrutticoli, ma anche farina e riso, carne, miele, formaggi e addirittura prodotti ittici come le vongole di Goro! E, vi dirò, una tale abbondanza di prodotti mi ha quasi commossa, perchè davvero ogni terra ha le sue ricchezze che, grazie al lavoro dell'uomo, diventano alimenti preziosi e di grande valore.

Il mercato contadino del venerdì, a Porta Paola (FE)
A Ferrara le possibilità di acquistare ai mercati contadini sono molte: per i lavoratori, ogni sabato mattina è infatti presente il "Mercato della Terra" Slow Food, mentre ogni due settimane in piazzetta Municipale ogni domenica (per tutto il giorno) si svolge il Mercato Contadino. Per chi avesse invece maggiori possibilità durante la settimana, ogni venerdì mattina in coincidenza del mercato generale vi è il "Mercato contadino del venerdì", sempre in città. Nei paesi della provincia di Ferrara non mancano iniziative analoghe, nonchè la possibilità di acquistare frutta e verdura dalle aziende agricole sulla strada. Vale la pena prendersi il tempo per visitare questi mercati e comprare qui i prodotti? E' chiaro che i mercati contadini, per chi lavora e chi ha ritmi di vita molto frenetici, non possono sostituire totalmente la più veloce spesa al supermercato... ma prendersi il tempo e la cura di acquistare, almeno qualche volta al mese, i prodotti al mercato contadino è un'esperienza che consiglio a tutti, perchè rivoluziona lo stile di vita fin dal modo di pensare alla spesa. Non una corsa tra gli scaffali, ma una passeggiata tra colori e profumi... non una semplice questione di praticità e sopravvivenza, ma anche un modo di meravigliarsi ed essere grati per la ricchezza del nostro territorio e delle nostre tradizioni alimentari.


Il mio bottino? Verdure e frutta di stagione: piselli, fragole, asparagi, ma anche zucchine e fave. Inoltre farina integrale e riso carnaroli IGP del Delta del Po, insieme a formaggi di bufala (ricotta, caciotta, taleggio e scamorza) prodotti giusto a cinque km da casa mia, dove è possibile visitare anche l'allevamento di questi mansueti ruminanti. Direi che, aggiungendo qualche uovo biologico e sfruttando anche il mio giardino delle erbe aromatiche, tutto è pronto in vista di domenica prossima. Vi lascio suggerendovi un'interessante intervista sul radicamento dei mercati contadini nella mia bella città... e voi, vi siete mai informati su questo tipo di iniziative nelle vostre città?

venerdì 22 maggio 2015

Biodiversità: un patrimonio universale per l'umanità

La biodiversità è come una torta a tre strati, un pan di spagna farcito di crema e ricoperto di glassa, diceva Giorgio Celli per spiegarci questo concetto di cui tanto si sente parlare, in particolare oggi che si celebra la "Giornata Mondiale per la Biodiversità". Foreste tropicali, insetti, tigri, balene, ma anche farfalle nostrane, patate e papaveri: tutte le forme viventi, animali e vegetali, vanno a comporre questo magnifico quadro vivente che chiamiamo "biodiversità", e che si misura in termini di numero di specie, di popolazioni, di ecosistemi e di patrimoni genetici esistenti sul nostro pianeta. Nel corso della storia umana, gli scienziati sono arrivati a scoprire e descrivere circa 1 milione e 700 mila specie, ma si ipotizza che molte siano quelle ancora da scoprire (si pensa che sul nostro pianeta possano esistere fino a 12 milioni di specie in totale).

Immagine da Wikipedia
E ogni specie vivente è importante per mantenere in salute l'ecosistema terrestre, perchè ciascuna svolge un ruolo e una funzione insostituibile: "Niente esiste di per sè, ma solo in relazione alle altre forme di vita", diceva Charles Darwin. Anche l'essere umano fa parte della biodiversità e grazie a questa sopravvive, non solo perchè su di essa si regge l'equilibrio degli ecosistemi, ma anche perchè è fonte di cibo, energia, acqua e risorse per la nostra vita quotidiana. Eppure oggi sappiamo che la situazione è critica, dagli ultimi quarant'anni la biodiversità è in calo drastico a causa dell'insostenibile pressione umana sugli ecosistemi e lo sfruttamento indiscriminato delle risorse: monocolture e pesticidi, deforestazione e inquinamento, aumento demografico e introduzione di specie non autoctone, pesca e bracconaggio hanno condotto ad un declino del 28% delle specie di vertebrati. Un calo così consistente di specie in così poco tempo (quarant'anni sono niente, nell'arco della storia planetaria) potrebbe essere considerata come una vera e propria estinzione di massa, tuttavia attribuibile a cause completamente umane.

Immagine da Wikipedia
Ogni anno si estinguono implacabilmente specie viventi, animali e vegetali, e il ritmo non sembra diminuire. Non si tratta "semplicemente" dell'estinzione prossima di animali  tristemente celebri come la maestosa tigre (le cui popolazioni sono diminuite del 70% negli ultimi 30 anni), del tonno rosso e dell'orso polare, ma anche della definitiva scomparsa già avvenuta di tante altre specie, alcune delle quali a noi sconosciute, che non scopriremo mai più e la cui importanza per il pianeta ci sarà per sempre ignota. Procedendo a questo ritmo di perdita di biodiversità, ad un certo punto si spezzerà definitivamente il già scricchiolante equilibrio terrestre e il problema diventerà drammaticamente concreto, non sarà più "soltanto" una questione nostalgica di specie perdute... sarà un pianeta intero ad essere perduto. Cosa fare? Le associazioni ambientaliste e le organizzazioni mondiali si sono mobilitate già da diversi anni, avviando progetti di conservazione per la tutela e lo sviluppo sostenibile di habitat e specie.

La copertina del rapporto WWF
E noi cosa possiamo fare? Anzitutto: informarci, magari leggendo l'interessante rapporto del WWF sulla Biodiversità. Sapevate ad esempio che esistono nel mondo aree peculiarmente ricche di biodiversità, dove si concentrano un gran numero di specie viventi? Una di queste zone è la lontana Amazzonia, ma un'altra è proprio la nostra Italia, che per conformazione e localizzazione geografica ospita un elevatissimo numero di specie viventi e di ecosistemi diversi: dalle Alpi alla Sicilia. Chiaramente un problema vasto come quello del calo a picco di biodiversità mondiale implica politiche nazionali e internazionali volte a proteggere questo patrimonio universale, ma noi in quanto cittadini del mondo cosa possiamo fare nel nostro piccolo? La Commissione Europea ha elaborato un "vademecum" di 52 consigli da applicare nella vita quotidiana, a tavola, al lavoro, in famiglia e nel tempo libero, per incrementare la nostra consapevolezza e diminuire la nostra impronta ecologica.


Infine, vi lascio un bellissimo video dedicato a questo tema che vi invito caldamente a guardare: le parole sono del compianto Giorgio Celli e spiegano, con la sua indimenticabile capacità divulgativa, perchè la biodiversità è una ricchezza che va difesa con intelligenza ed equilibrio. 


E se volete scoprire il lato più specificatamente "alimentare" della biodiversità, vi aspetto anche su "Pasticceria Portami via!". Buona giornata mondiale della biodiversità a tutti!

mercoledì 13 maggio 2015

Una stagione: la primavera (2015 - 2)

Sono ormai diversi anni che pubblico questo "appuntamento" stagionale e ancora mi stupisco di quante cose ci siano da scoprire, stagione dopo stagione, nel giardino di casa propria. Negli ultimi giorni ad esempio ho notato un fiore spontaneo e comunissimo che per me ha un significato molto speciale: quello del trifoglio di prato. Questo bel fiore, dalla forma simpatica e accattivante, per me ha letteralmente "il sapore" dell'infanzia e della spensieratezza, dato che in primavera il giardino della mia scuola elementare era tappezzato di questi pon pon fucsia... e tutti noi bambini di campagna eravamo i custodi consapevoli dei segreti del prato: staccando i "petali" del fiore, questi erano zuccherini se succhiati alla loro base. Erano diversi anni che non vedevo questi fiori spontanei nel mio giardino... e ne ho subito assaggiato uno, per vedere se era ancora dolce come nei miei ricordi: ammetto di no, temo che certi ricordi saranno sempre più "dolci" della realtà. 
I "pon pon" del trifoglio pratense... quanti ricordi!
Ecco i "petali": la parte zuccherina è quella bianca!
La cosa che però mi ha stupito è in realtà un'altra: avevo sempre dato per scontato che il trifoglio fosse un'altra pianta, da sempre presente nel mio prato e con le caratteristiche "foglie triplici"! Si tratta invece dell' "oxalis acetosella", cosa che ho scoperto solo oggi, andandomi a documentare per scrivere questo post. E così ecco un ottimo esempio di quanto abbia sempre da insegnarci la natura, anche nel continuo ciclo delle stagioni, quando nulla è davvero ripetitivo. 

Ecco l'oxalis acetosella... ho sempre creduto fosse il trifoglio!
Per il resto questa primavera procede regolarmente: è un esplodere di colori tra calle bianche, rose sfumate, gerani vivissimi, begonie delicate, iris profumati. Addirittura, già dall'ultima decina di giorni di aprile, si notano perfino i papaveri, trasportandoci direttamente verso la stagione estiva...


Quest'anno ho ridotto un pò il mio orto: solo qualche pianta di pomodoro e due melanzane in vaso, vedremo cosa ne verrà fuori. Ho però invece pensato di allargare le erbe aromatiche, piantando altre tre piante di ruta e due di finocchietto selvatico... nella speranzosa attesa dei macaoni, che anche quest'anno spero di allevarne i bruchi per liberare nell'aria queste meravigliose farfalle. Vedremo se nelle prossime settimane qualche macaone si fermerà sulle mie piante per deporre le sue preziose uova!

Ruta, una delle piante nutrici dei bruchi del macaone
Finocchietto selvatico, anch'essa pianta nutrice dei bruchi del macaone
Paciocca dal canto suo ha già iniziato a trascorrere tutto il giorno in giardino, da mattina al tardo pomeriggio, entrando in casa solo per veloci spuntini. Sonnecchia placida all'ombra dei cespugli, si infila sotto le siepi e ci accompagna nei lavori tra orto e giardino. E, quando può, si tuffa nel mare di spighe del campo di grano in crescita... lasciando vedere solo il pennacchio della coda, quasi fosse uno squalo!


 


Il mio "squalo" d'erba nel mare del grano!
Ma secondo voi i bambini di oggi assaggiano ancora i fiori nel prato? Conoscono ancora quali fiori sono zuccherini e non vedono l'ora che arrivi la primavera per cercarli e assaggiarli? Non saprei... ma sicuramente, se non ne avessero la possibilità, si perderebbero una grande ricchezza e tante esperienze preziose per la loro infanzia, esperienze che poi diventerebbero dei ricordi insostituibili per adulti ancora in grado di ammirare e apprezzare la natura che ci circonda.

sabato 9 maggio 2015

Meglio un uovo oggi... sì, ma con consapevolezza!

Questa mattina, uno splendido sabato di primavera, ho inforcato la mia bici e sono partita, con pedalata spedita, per fare una "ricognizione" sul territorio. La campagna ferrarese è caratterizzata dalla presenza di una costellazione di piccole aziende agricole a gestione famigliare, dove acquistare i prodotti locali e stagionali a prezzi abbordabili. Oggi in particolare però la mia meta era un'altra, in vista della mia partecipazione all'Independence Day: a qualche km di distanza da casa mia, da un paio d'anni è attiva un'azienda agricola che vende uova biologiche, da galline allevate all'aperto. Anzi, a dirvi il vero, prima ancora delle uova avevo notato le galline: passando in bici in primavera ed estate era impossibile non notare questi bei polli che razzolavano in un grande prato, tra alberi, cespugli e margherite, costeggiato da un canale. E così oggi, complici le regole dell'Indepencence Day che mi stanno spingendo a "guardarmi intorno" alla ricerca di prodotti locali e possibilmente biologici, sono andata per acquistare qualche uovo... e che bella occasione è stata per scambiare quattro chiacchiere con chi gestisce l'azienda! 


L'azienda agricola, a gestione famigliare, è nata quasi per caso: inizialmente i polli erano solo 7-8, per una produzione di uova che doveva bastare alla famiglia e, eventualmente, per soddisfare le richieste dei vicini al bisogno. Quando però le richieste di uova hanno iniziato a diventare regolari - "Avresti mica 5 uova per me oggi?", "Per sabato prossimo posso 'prenotarti' qualche uovo?" - l'idea di farne un'impresa famigliare è arrivata spontanea e naturale: oggi i polli sono ben più di 100 e le uova a disposizione riescono a soddisfare una cinquantina di clienti fissi, oltre che ad essere portate in diversi mercati contadini di Ferrara. Mentre compravo le uova, i proprietari dell'azienda mi raccontavano la loro storia, che parla di amore per la terra e rispetto nell'allevamento degli animali, ma anche di crisi economica e disoccupazione: l'azienda è nata soprattutto dall'iniziativa del figlio più giovane che ha deciso di investire in questa strada, facendo di necessità virtù. Inutile dire che sono rimasta affascinata da questa storia, che dimostra anche come sia possibile - sia come produttori e che da consumatori - maturare una diversa consapevolezza, facendo scelte professionali e alimentari compatibili con uno stile di vita rispettoso di animali e natura.


Colgo infatti l'occasione per parlarvi un pò di uova e galline, per capire perchè un'azienda come quella di cui vi ho appena raccontato rispetti di più gli animali di tante altre. Al supermercato troviamo le uova già belle e pronte, le galline che le hanno deposte sono lontane mille miglia, e a noi non resta che scegliere la confezione che fa più al caso nostro. Come scegliamo le uova? Spesso, e soprattutto in questi tempi di crisi economica, ci facciamo guidare dal prezzo: più basso è, meglio è. E non nego che questo criterio possa avere una sua validità (e necessità). Eppure non dovrebbe essere l'unico criterio, dal momento che le uova sono il "risultato" di un allevamento che può comportare importanti sofferenze animali. Tutte le uova prodotte in Unione Europea, dal 2004, riportano per legge sul loro guscio un codice che ci informa della provenienza e "categoria" del prodotto. In particolare vi faccio notare l'importanza della prima cifra del codice (che può andare da 0 a 3), che informa sulla tipologia di allevamento delle galline e quindi sulle condizioni di vita a cui sono sottoposte:

La maggior parte delle uova che mangiamo in Italia provengono dagli allevamenti identificati dal numero "3", ossia in batteria. Peter Singer denunciò fin dagli anni '70 i dettagli più raccapriccianti di questo tipo allevamento intensivo, come il taglio del becco ai pulcini per evitare il cannibalismo indotto dallo stress. Se consideriamo le galline come creature viventi meritevoli di considerazione morale e non solo come "macchine sforna uova", diventa allora inaccettabile continuare ad acquistare uova ottenute tramite un sistema che le obbliga a sopravvivere stipate in gabbie dove non possono muoversi (di solito peraltro gabbie sovrapposte una sull'altra per 4-5 livelli). Ovviamente se non siamo informati e non badiamo al codice delle uova del supermercato, non riusciamo a capire quali di queste provengano dagli allevamenti in batteria... e allora l'unico criterio che ci guida per acquistare le uova diventa il prezzo, tanto più che sulle confezioni non mancano mai rappresentazioni bucoliche di polli felici che beccano granaglie all'aria aperta. 
Tratto dall'opuscolo LAV "Galline Libere"
In realtà i "polli felici" oggi come oggi sono ben pochi: io ho potuto vederli proprio questa mattina nell'azienda agricola dove ho acquistato le loro uova per 40 cent ciascuno (2,40 euro per 6 uova). Un costo leggermente maggiore rispetto a quelle provenienti da allevamenti in batteria, ma qual è il valore di un uovo ottenuto rispettando la natura ruspante delle galline? E voi fate attenzione alle uova che comprate al supermercato? O ancora, vi siete mai informati se nei vostri dintorni ci siano aziende come quella di cui vi ho raccontato, che vende uova da allevamento biologico? Spesso, anche per chi non abita in campagna come me, vi è la possibilità di acquistare uova "di cascina" ai mercati contadini... insomma, ci sono tante possibilità per chi voglia scegliere bene l'uovo di oggi!

martedì 5 maggio 2015

La frase del giorno: Stephen Baker

Per un gatto, di tutti i giochi nessuno è fatto meglio del proprio umano. E' un giocattolo che può essere usato in molti modi e le parti che lo compongono possono essere orientate in ogni direzione. Viene consegnato completamente assemblato e quando gli si salta addosso emette dei suoni.
Stephen Baker 


Un video spassosissimo che mostra come ai gatti piaccia tantissimo giocare con noi umani! E notate la deliziosa delicatezza delle zampine di questo micio, nel tentativo di acchiappare le dita del suo umano! Un'idea carina per realizzare, praticamente a costo zero, un gioco casalingo per intrattenere il vostro gatto in sicurezza. Ricordate che è sempre bene non incoraggiare troppo la lotta aperta tra i vostri arti e il micio, è un'attività poco "educativa" che potrebbe abituare il felino a prendersi troppe "libertà" a vostre spese, nella foga del gioco. Il gatto infatti, specie se incoraggiato a giocare direttamente con le vostre mani o i vostri piedi, potrebbe lasciarsi andare a graffi e morsi, dovuti all'eccitazione della lotta, ma a quel punto sgridarlo sarebbe ingiusto e fuorviante. Molto meglio giocare con lui usando nastri o cordicelle, palline, bastoncini, altri tipi di giochi... oppure come in questo caso, "mediare" la componente umana tramite altri oggetti, come può essere questo scatolone, oppure ancora guanti da cucina o simili... questo per evitare di far passare l'implicito messaggio, difficile poi da rimuovere nelle abitudini del vostro gatto, che i vostri arti siano giochi a sua disposizione. Anche se è proprio vero: per un gatto, nessun gioco è fatto meglio del proprio umano!