mercoledì 29 marzo 2017

Adottare animali a beneficio dei propri bambini: una scelta su cui riflettere

I tempi cambiano, le idee mutano e così anche le consuetudini nel nostro rapporto con gli animali domestici, nel bene e nel male. Circa venticinque anni fa ricordo ancora mia madre che, alle mie richieste da bambina sull'adottare un gatto, mi rispondeva "No, sporca troppo" (naturalmente poi abbiamo adottato più di un gatto, in barba alle sue scuse). Conosco famiglie che per anni hanno evitato di accogliere un micio, per timore che questo fosse fonte di germi o allergie per i bambini; oppure casi in cui, dopo aver introdotto un gatto nel nucleo famigliare, questo non fosse poi ammesso in casa proprio in quanto considerato "sporco" e veicolo di microbi. Negli ultimi decenni queste convinzioni sono mutate radicalmente e anzi, dopo un periodo di vera e propria demonizzazione del cane e del gatto quali fonti di potenziale pericolo, germi e sporcizia, si è passati forse all'estremo opposto. Oggi i cani dormono con noi nella nostra camera da letto e i gatti zampettano tranquillamente sui ripiani della nostra cucina: è sparita completamente la preoccupazione per la loro "sporcizia" e si è passati alla visione dell' "animale-vaccino", soprattutto in relazione a bambini piccoli e piccolissimi. Secondo alcuni studi infatti, tenere un cane o un gatto stimolerebbe in modo blando il sistema immunitario e preserverebbe così dallo sviluppare le allergie, in particolare in certe fasi dello sviluppo. E da qui siamo passati quindi a tutta una corrente di pensiero che vede il cane o il gatto adottati quasi solo per questo scopo: "perchè fanno bene" al neonato o al bambino, così come a noi. 


Ma è giusto adottare un animale in virtù di queste sue "potenzialità terapeutiche"? Ovviamente la risposta che mi sento di dare è, almeno parzialmente, negativa: non dovrebbe essere la motivazione primaria che porta una famiglia a visitare un gattile o un canile. Oltre alle ragioni più marcatamente sanitarie, ci sono poi altri motivi vagamente "di moda" che inducono una famiglia ad adottare un animale sempre "per il bene del pargolo": la presenza di un animale da compagnia sarebbe infatti importantissima per le future relazioni del bambino, il quale imparando a rapportarsi con un cane o un gatto, svilupperebbe intanto empatia, sensibilità e apertura mentale. Il che è tutto vero, naturalmente, ma andrebbero fatte alcune precisazioni in merito, per evitare di scadere in una pericolosa filosofia spicciola: non basta adottare un cane o un gatto perchè il bambino cresca magicamente empatico, rispettoso e mentalmente aperto agli altri, anzi. Adottare animali in presenza di bambini piccoli e molto piccoli implica piuttosto un serio (e meraviglioso, intendiamoci) "lavoro" con il bambino, affinchè questo non consideri istintivamente il cane o il gatto l'ennesimo gioco a sua disposizione, ma un'altra creatura con cui costruire una relazione di rispetto, affetto, complicità e responsabilità. Affiancare un animale domestico a un bambino piccolo, senza poi curarsi di "educare" il loro rapporto, potrebbe invece implicare spiacevolissime sorprese per il piccolo umano, ma anche stress quotidiano per l'animale. Consideriamo infatti che i bambini (in particolare tra i 3 e i 5 anni) possono avere comportamenti imprevedibili e sono sicuramente inconsapevoli delle esigenze reali di un animale domestico, in particolare del gatto, molto più "lunatico", indipendente e istintivo del cane. Ci vuole quindi buon senso nell'adozione e tempo a disposizione per curare i rapporti all'interno della propria famiglia "allargata", per tutelare il bene sia dei bambini che degli animali. 


Possiamo trovare molte ragioni, purtroppo non sempre valide, per scegliere di adottare un cane o un gatto: perchè ci regala affetto e gioia, perchè "fa bene" alla salute, perchè "educa" al rapporto con l'altro, perchè ci riempie una casa che sarebbe diversamente troppo vuota, perchè abbiamo bisogno di una novità nella nostra quotidianità. Ma la verità è che adottare un animale domestico deve essere una scelta dettata prima di tutto da consapevolezza e amore, in tutte le sue sfaccettature: e per questo occorre valutare la nostra famiglia e le sue possibilità di accogliere/gestire positivamente un membro "non umano". Questo vale in tutti i casi, ma ancora di più se si hanno bambini piccoli o situazioni particolari che richiedono da parte nostra cura e attenzione. La compagnia di un cane o di un gatto nella nostra vita dà innegabilmente benefici impagabili: affetto spontaneo e genuino, la sensazione piacevole data dal prenderci cura di qualcuno che ci ama e a suo modo si prende cura di noi. Vedere bambini e animali crescere insieme è meraviglioso e la presenza di un cane o un gatto in famiglia arricchisce moltissimo qualsiasi infanzia, ma non dobbiamo pensare che il rapporto spontaneo tra animali e bambini non richieda attenzione da parte nostra. Non è scontato che l'animale sia perennemente disposto ad accettare pazientemente e senza conseguenze le eventuali situazioni stressanti nella vita famigliare, così come non dobbiamo farci l'idea dell'animale come "panacea" per i nostri figli. Occorre equilibrio, consapevolezza, responsabilità, come in ogni buona scelta di vita. Altrimenti l'esperienza potrebbe rivelarsi controproducente per noi, per i nostri famigliari umani e per gli animali.

sabato 25 marzo 2017

Aria di primavera (2017 - 1)

Ufficialmente è il primo weekend di primavera, ma le temperature sono così alte che sembra di essere un mese avanti rispetto al calendario! I prati sono punteggiati di margherite, violette, “occhi della Madonna” e tanti altri fiorellini spontanei… gli alberi da frutto sono dei veri e propri bouquet, totem floreali che richiamano a danzare attorno a loro api e bombi… gli uccellini indaffarati riempiono di cinguettii l’aria, mentre i raggi del sole scaldano di nuovo...





I bulbi stanno sbocciando uno dopo l’altro: ormai sono già sfioriti i narcisi, è il turno di mughetti e giacinti, ma si allungano sempre di più anche gli iris, per il prossimo maggio. Io attendo speranzosa che spuntino anche gli amarillys che ho messo a dimora in autunno, sono tra i miei fiori preferiti e spero che mi diano una spettacolare fioritura per il mio compleanno. 





Nel frattempo, con l’arrivo della bella stagione tornano anche i lavori in giardino: piantare nuove piante, seminarne altre, tagliare l’erba che sta già crescendo rigogliosa. Solo gli alberi, in tutto questo tripudio di gemme, boccioli e petali, se la stanno prendendo comoda: che diffidino di questa primavera dirompente e temano un colpo di coda del freddo? Il loro verdeggiare è ancora un po’ indietro, ma sono convinta che tra una sola settimana i giardini prenderanno tutte le sfumature più smeraldine, tra foglie e foglioline appena spuntate. 






Paciocca si gode il sole, la campagna e il giardinaggio in compagnia: si vede quanto anche i gatti amino la bella stagione! E inizia già a perdere il pelo… quanto a me, vivo sempre il passaggio tra inverno e primavera con un po’ di indolenza, che talvolta diventa vera e propria spossatezza psicofisica: dormirei sempre e anche le comuni azioni quotidiane mi paiono più faticose del normale! Figuriamoci quindi il blog, che mi piacerebbe fosse aggiornato con più assiduità e impeto: resta invece una delle ultime (pur sempre piacevoli) cose da fare, al termine della settimana. 



Questo primo fine settimana di primavera vede anche il ritorno dell’ora legale: questa notte si dorme un’ora in meno (povera me!). Concludo questo post con una bella citazione di Fabrizio Caramagna dedicato a questa nuova stagione appena iniziata: "Questo mi dice un campo luminoso di primavera: semina la gentilezza, cogli il rispetto, coltiva la serenità".
Buona primavera a tutti!

lunedì 13 marzo 2017

La frase del giorno: (in ricordo di) Danilo Mainardi

"Occorre, per cercare di penetrare in quel mistero che è l'animo di un gatto, tornare indietro alla sua primitiva storia naturale. [...] Mi riferisco al suo modo di cacciare, notturno, d'agguato. Il gatto, è stato detto, è un gufo senza ali, e in effetti quella del gatto selvatico e dei rapaci notturni è davvero, per molti aspetti, una vita parallela. Da ciò la straordinaria somiglianza, quei grandi occhi gialli soprattutto, ma molto di più se ve li immaginate appostati su un ramo, in attesa della preda su cui piombare".
Danilo Mainardi

Kenta, Gattile di Ferrara - foto di Danila Tappi per A Coda Alta

Vorrei ricordare con questa suggestiva citazione il grande Danilo Mainardi, uno dei maggiori etologi italiani nonchè presidente onorario della LIPU, che è venuto a mancare proprio la scorsa settimana. Mi è dispiaciuto molto leggere della sua scomparsa, se ne va una grande personalità che ha dedicato la sua vita alla scoperta, alla divulgazione e soprattutto alla difesa della natura... leggevo sempre con piacere la sua rubrica sul periodico della LIPU "Ali" ed infatti l'organizzazione di cui era presidente lo ricorda con commozione e gratitudine. Nel mio piccolo, lo saluto così e intanto auguro a tutti voi buona settimana, sperando che sempre più persone possano interessarsi al mondo animale e naturale, con curiosità e rispetto.

domenica 5 marzo 2017

"Il paradiso dei gatti" di Émile Zola

Un racconto brevissimo, da leggersi in pochi minuti, magari davanti al caffè della domenica, per riflettere su questa vicenda felina tra il fantasioso e l'assolutamente realistico, firmata Émile Zola. Il protagonista è un pigro e paffuto gatto d'Angora, stanco di vizi e stravizi assicuratigli da una vita d'appartamento, un'esistenza agiatissima ma anche vagamente soffocante. Il nostro felino osserva infatti dalla finestra, con crescente frustrazione, le mirabolanti avventure dei gatti di strada che balzano sui tetti, zampettano sui cornicioni e dormono sotto il cielo stellato... fino a sentirsi una vera tigre in gabbia, stomacato dall'abbondanza di soffici cuscini dove riposare, dai succulenti pranzi di carne, dalle amorevoli coccole della sua padrona. Il gatto d'Angora anela ad assaggiare invece quella pura libertà, quell'avventura apparentemente così eccitante, per poter sfogare la sua naturale selvatichezza che non può esprimere tra le quattro mura domestiche. E allora, non appena arriva l'occasione propizia, ecco che il nostro amico felino scappa di casa e, al settimo cielo, si unisce a una "banda" di gatti di strada, buttandosi entusiasta nella vita del randagio. 

Questo racconto è un ebook pubblicato da Faligi Editore

Ci vorrà ben poco perchè il nostro micio comprenda il suo palese errore: i morsi della fame, i pericoli e le intemperie si abbatteranno su di lui che, disperato, perderà ogni illusione. La vita di strada, infatti, non è per tutti i gatti: solo i più forti sopravvivono, pagando la loro libertà spesso a caro prezzo. Fortunatamente il nostro gatto d'Angora verrà ricondotto alla sua casa, non senza una certa dose di disprezzo, da uno dei randagi. Qui, la padrona umana del gatto lo picchierà per la sua marachella, ma il racconto si conclude con una morale inequivocabile: terminata la punizione per essere fuggito, alla quale si rassegna quasi con approvazione, il gatto d'Angora già pregusta il suo pranzetto di carne che lo aspetta, di nuovo al sicuro in casa sua. E secondo Zola "il paradiso dei gatti" è appunto proprio questo, al di là della sopravvalutata libertà dei gatti di strada.

La vita del gatto randagio è durissima e piena di pericoli, ma anche ogni micio "di famiglia" che ha accesso all'esterno corre dei rischi: il mondo di oggi non è assolutamente a misura di gatto. Va fatta attenzione!

Ho apprezzato molto questa storia, che si legge in un soffio, perchè fa luce con eleganza e sintesi su una grande verità che riguarda l'animo del gatto, eternamente diviso tra l'apprezzamento delle comodità e l'affetto che prova per il mondo umano, e la sua indole atavicamente selvatica, da cacciatore. Se è vero che, per starci accanto, spesso il nostro gatto rinuncia ad una parte della sua libertà e del suo istinto naturale, è altrettanto vero che per seguire questo impulso ancestrale purtroppo rischia di finire in grave pericolo. E allora cosa è meglio, un'esistenza protetta ma limitata o una vita dove l'indipendenza implica alcuni rischi importanti? Purtroppo il vero paradiso dei gatti, probabilmente, è ciò che a pochi felini domestici è oggi concesso: un giardino sicuro e spazioso, dove poter essere una tigre in libertà quando l'istinto lo suggerisce, e una casa accogliente nella quale tornare ogni giorno, facendo docili fusa alla propria famiglia umana.